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Cultura

La libreria degli amori finiti, intervista con Giovanni Casalegno

Gabriele Farina

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E’ da poco uscito per i tipi di Robin Edizioni il romanzo La libreria degli amori finiti, di Giovanni Casalegno. Al centro del romanzo una libreria speciale, dedicata agli amori finiti. Chiunque abbia un libro legato ad un amore finito e se ne voglia liberare può portarlo alla libreria e donargli nuova vita. Unica regola: il libro deve contenere una dedica.

Da questo spunto nasce un racconto che racchiude una serie di racconti altri, vari diversi. Trovate qui la recensione integrale del libro.

Giovanni Casalegno ha risposto alle nostre domande

L’idea della Libreria degli amori finiti è davvero particolare. Da cosa nasce? Le è capitato di imbattersi in un luogo del genere?

La Libreria degli amori finiti nella realtà non esiste. L’idea quando è nata non mi ha detto di preciso da dove arrivava. Sono andato io a posteriori a ricercarne l’origine e ho trovato due motivazioni che si sono incrociate. Mi ricordo che tanti anni fa, quando frequentavo l’università, avevo acquistato sulle bancarelle di via Po un libro di Salvador Dalì (Dalì di Dalì) con una dedica d’amore che recitava “29 agosto 1978 è un bel giorno cara stellina… e ogni volta che sfoglierai questo libro mi vorrai più bene (ancora di più). Giorgio Matteo”. Gli ha voluto così tanto bene che il libro è finito sei anni dopo in mano mia prelevato su uno scaffale di libri usati, dove giaceva da chissà quanto. L’altra motivazione è il mio interesse per i libri che raccontano di libri, librerie e biblioteche e infatti ho curato un’antologia di racconti d’autore, pubblicata da Einaudi, che parlano di libri amati, pericolosi e maledetti: Storie di libri (2011). Ma in nessuna delle storie che ho letto c’è una libreria simile alla mia.

Una libreria al centro della vicenda in un momento in cui luoghi del genere sono in grossa difficoltà, schiacciati dalle grandi catene. Che rapporto ha con le librerie vecchio stile?

Naturalmente adoro le librerie piccole, con gli scaffali tarlati, zeppe di volumi, vecchi e nuovi, con le ultime novità e insieme chicche di piccoli editori. In ogni città in cui vado prima ancora dei musei visito le librerie, anche se non capisco una parola della lingua. Un esempio è Shakespeare and Company nel cuore di Parigi, dove si sente ancora il fruscio dei grandi che sono passati di lì e hanno sfogliato milioni di libri.

Il protagonista/narratore Umberto mi pare ammantato da una nuvola quasi di magia (sarà il luogo in cui passa la maggior parte del suo tempo ad averlo reso un mago). Sono molto affascinato da questo personaggio. Mi racconta come è nato?

Il libraio è nato insieme alla libreria ed è diventato mago un po’ per volta. La sua magia è quella di far incontrare il libro giusto con la persona in quel momento preciso della propria esistenza. I libri curano l’anima molto più di quanto non si creda. È un mago che cura gli altri ma non ha mai guarito se stesso.

Il libro è però anche una scusa per raccontare “storie altre”, piccoli racconti che potrebbero avere vita propria. Erano storie che aveva già pronte nel cassetto o sono nate per il libro?

La storia della libreria in origine era un racconto di circa 12 pagine a cui è seguito il racconto dei dieci piccoli editori, quello dell’inchiostro magico e quello di Stephanie. Anni dopo ho ripreso la storia della libreria degli amori finiti e questa mi è cresciuta tra le mani, diventando una cornice in cui sono entrate tutte le altre storie, quelle già scritte e quelle appena arrivate.

La tradizionale domanda con cui chiudo le mie interviste: immaginando una trasposizione cinematografica del romanzo (che mi pare peraltro prestarsi parecchio) quali attori le piacerebbe interpretassero i suoi protagonisti?

Il personaggio di Umberto lo vedrei bene impersonato da Fabrizio Bentivoglio. Stephanie da Claudia Pandolfi (o, se la produzione lo permette, da Marion Cotillard). La scrittrice dell’inchiostro magico è senza dubbio Charlotte Rampling. La ragazza che entra con le poesie di Salinas e fa svenire il libraio potrebbe essere Cristiana Capotondi e il giovanotto che misura il tempo è Luca Marinelli.

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