Cultura
Il 27 gennaio arriva SeeYouSound International Music Festival
Seeyousound International Music Film Festival arriva alla terza edizione. L’evento nato dall’energia di un gruppo di appassionati, ha fatto parlare di sé, ed è diventato in poco tempo un appuntamento atteso e un punto di riferimento per gli artisti che mettono al centro della loro ricerca artistica e poetica la ricca relazione fra cinema e musica.
Il festival che quest’anno ha come sottotitolo Music comes alive (la musica rende vivi), il primo in Italia dedicato interamente al cinema a tematica musicale, porterà a Torino dal 27 gennaio al 4 febbraio, uno sfaccettato universo di lungometraggi, cortometraggi, documentari e videoclip.
La terza edizione si arricchisce: aumentano i giorni di programmazione, crescono le rassegne e passano da 8 a 10 i lungometraggi del concorso Internazionale principale.
Non cambia la struttura dell’evento che propone oltre alla competizione due rassegne internazionali fuori concorso. La prima intitolata Into the groove racconta di come la musica incarnandosi nei personaggi dei 6 film selezionati possa trasformare le esistenze, le storie e il mondo che li circonda. La seconda rassegna, intitolata Trans-Global Express ci condurrà attraverso 6 film in un viaggio pulsante alla scoperta di nuovi paesaggi sonori policentrici, policromatici e sempre più ibridi, oltre i confini del mercato, degli stereotipi e dei pregiudizi, con uno sguardo aperto attento verso un nuovo mondo.
Accanto ai titoli delle due rassegne ci saranno i film in concorso nelle tre categorie: lungometraggi (Long Play), cortometraggi (7inch), videoclip (Soundies). I lavori, selezionati da tutto il mondo con un bando internazionale sono accomunati dalla capacità di usare il linguaggio del cinema, mescolandolo dall’interno a quello musicale.
Non mancheranno momenti di approfondimento con panel, workshop, showcase, djset, feste e addirittura una produzione Seeyousound su una graphic novel che avrà per protagonista Syd Barrett.
“INTO THE GROOVE è la rassegna, ama raccontare il direttore del festival Maurizio Pisani, che racconta la realtà attraverso la forza e l’impatto della musica, un viaggio provocatorio e inaspettato attraverso emozioni forti. 6 titoli, che fanno sognare, arrabbiare, sorridere, commuovere perché raccontano storie vere e profonde”. Arriva finalmente in Italia, grazie a Seeyousound, Born to be blue di Robert Budreau il film che narra la drammatica e affascinante storia di Chet Baker, magistralmente interpretato da Ethan Hawke. Piano, della regista lituana Vita Maria Drygas ci porta tra le barricate della guerra civile in Ucraina dove le note di un pianoforte diventano più potenti e pericolose delle molotov; saremo poi in prima linea con musicisti che diventano soldati per liberare la loro terra dal terrore nei giorni della caduta di Mu’ammar Gheddafi (Stronger than bullets del regista californiano Matthew Milan); e ancora davanti al mare con una donna che scopre la musica come strumento di riscatto e affermazione di una nuova identità in una avventura divertente che ha per protagoniste musiciste un po’ improvvisate fra Israele e Palestina (The promised band della regista americana Jen Heck); in Corea del Nord andremo con la band slovena dei Laibach, la prima rockband della storia ad esibirsi sfidando la censura di regime e la diversità culturale, utilizzando un linguaggio e un’estetica paradossalmente molto vicini a quelli della propaganda dei totalitarismi con il film inaugurale Liberation Day. Il viaggio prosegue nelle pieghe di una biografia eccezionale come quella di Björk, una delle artiste più versatili e influenti della musica contemporanea. A partire dall’ultimo album Vulnicura e dal drammatico racconto della separazione, un lungo viaggio dall’Islanda a Londra, da Parigi a New York.
TRANS-GLOBAL EXPRESS è il titolo della rassegna “storica” di Seeyousound, un viaggio cinematografico – illustra Juanita Apreaz direttrice artistica del festival – “che celebra la costruzione di ponti fra le culture. Attraverso 6 film ci porterà in un viaggio di esplorazione e scoperta di nuovi paesaggi sonori globali, dove incontri inaspettati creano i suoni del futuro perché l’innovazione può nascere soltanto dalla contaminazione e dalla consapevolezza che la cultura non è né statica né immutabile”. Seeyousound diventa così una occasione quasi unica per conoscere, attraverso storie musicali, paesi lontani e storie straordinarie. Fonko, film di Lamin Daniel Jadama, Lars Lovén e Göran Hugo Olsson di The Black Power Mixtape 1967-1975 e Concerning Violence, è un viaggio da Dakar verso ovest, attraverso Accra, Lagos e Luanda fino a Johannesburg, la testimonianza che la grande rivoluzione musicale di oggi si sta sviluppando in Africa, dove la musica dei club urbani si fonde con gli stili tradizionali e nuova tecnologia e comunicazioni più rapide stanno diffondendo musica, arte e idee nel resto del mondo.
Yallah! Underground del regista tedesco Farid Eslam segue alcuni dei più influenti artisti della cultura araba underground dal 2003 al 2009, durante il periodo di grandi cambiamenti della cosidetta “primavera araba”: un documentario su un mondo in trasformazione attraverso i loro lavori, sogni e paure. Presenting Princess Shaw di Ido Har è la storia super contemporanea di una cantante che abita a New Orleans e registra le sue canzoni su Youtube e di Kutiman, un compositore che dal suo kibbutz in Israele utilizza per le sue performance sample di artisti scovati proprio attraverso Youtube. In Shu-De! che nella lingua mongola parlata a Tuva significa “andiamo!” si racconta la storia di un beatboxer da Baltimora, chiamato a collaborare con i musicisti mongoli siberiani, e dello spostamento in avanti dei limiti del corpo umano come strumento musicale. Havana Club Rumba Sessions: La Clave documentario di Charlie Inman è il racconto della relazione passionale e appassionata fra il dj e giornalista della BBC Gilles Peterson e la musica di Cuba, fra tradizione e contemporaneità, in un ideale viaggio di esplorazione dell’America Latina che con Sonido Mestizo di Pablo Mensi trova completamento: la musica latino americana emergente fra Città del Messico, Buenos Aires, Lima, Bogotà, Salvador de Bahia e la riscoperta di Cumbia, Chicha, Sonidero, Salsa, Champeta, Vallenato che incontrano Hip Hop e Dancehall.
Passando alla Competizione Internazionale, la sezione LONG PLAY, relativa ai lungometraggi, segue anche quest’anno un fil rouge che attraverso 10 film – in anteprima italiana e europea – racconta della ricerca di affermazione, dell’’ascesa e la caduta o della geniale follia falciata dall’industria discografica, di uomini tesi irrimediabilmente verso la musica. “Il tema del successo – spiega Paolo Campana curatore della selezione – è presente nell’ambito della musica sin dai tempi in cui Beethoven, completamente sordo, piangeva di rabbia perché non riusciva a sentire gli applausi del pubblico. Le rockstar con i loro eccessi sono diventate vere e proprie figure leggendarie e archetipe del mondo moderno, celebrate come i miti greci e adorate come dei”.
Protagonisti di queste vicende sono per i documentari, la band più famosa del Sol Levante, gli X-Japan (We Are X di Stephen Kijak), l’emblematica figura di James Lavelle, beniamino del trip-hop (The Man From Mo’Wax di Matthew Johns), Adrian Borland e i The Sound, band cult della new wave britannica (Walking in the Opposite Direction di Marc Waltman), il leader di una band psichedelica danese come Baby Woodrose (Born To Lose, History of Lorenzo Woodrose di Palle Demant), o un pianista russo che componeva per il cinema (Oleg y las raras arte di Andrès Duque). Mentre per la fiction sono la vicenda di un violinista di Bollywood in cerca di fama (The Violin Player di Bauddhayan Mukherji), quella di un soldato israeliano che, persa la memoria, crede di essere una rockstar (Everything is broken up and dances di Nony Geffen), quella di un’adolescente alle prese con i social (Dryads: girls don’t cry di Sten Hellevig), o ancora quella di un musicista che cerca di emergere nella scena hip hop newyorkese (Beatbox di Adrian Dresher). L’ultimo capitolo di questo polittico va oltre la musica con un documentario che partendo dal compositore John Cale indaga il nostro rapporto con il silenzio (In Pursuit of Silence di Patrick Shen).
7 INCH è il concorso dei cortometraggi di Seeyousound. “Un concorso che – spiega Carlo Griseri curatore della selezione – nonostante l’incremento di iscrizioni e il notevole miglioramento qualitativo medio, si è deciso di limitare a ‘solo’ dieci titoli. La volontà è infatti quella di dare a ogni cortometraggio la meritata visibilità, e agli spettatori la possibilità di scoprirli tutti”. Animazioni, documentari, sperimentazioni e racconti di fiction; guerra, migrazione, relazioni, musica come gioco, come riscatto e come dramma: lo spettro della proposta è ampio come sempre, alcuni lavori sono presentati in anteprima italiana, tutti arrivano dai festival più prestigiosi del mondo. Storie di personaggi più e meno famosi incontrati nella finzione – Bob Dylan Hates Me dell’americano Caveh Zahedi – o nella realtà come in Homeland della svedese Sara Bros nel quale la protagonista riceve l’inaspettata e sconvolgente visita del suo beniamino Morten Harket leader degli A-Ha. Incontri che possono cambiare anche la vita di un artista come nella fiction Midnight of my life di Phil David, nel quale Martin Freeman interpreta un annoiato musicista dal passato glorioso che in una serata senza aspettative vede nascere una nuova speranza. In questa sezione gli unici due film italiani del festival: Lo Steinway produzione torinese diretta da Massimo Ottoni che vede la musica protagonista nelle trincee della Prima Guerra Mondiale, quasi una versione animata e musicale di Torneranno i pirati di Ermanno Olmi e Inagibile di Giulia Natalia Comito Tommaso Cassinis che racconta attraverso la storia di un musicista il trauma di chi vive la devastante esperienza di un terremoto.
Chiude la panoramica sui concorsi SOUNDIES, il concorso dei videoclip intitolato a Nicola Rondolino. Una sfida importante per Seeyousound, che scava e cerca in una produzione immensa e che ha selezionato per 40 titoli fra gli oltre 430 che si sono iscritti da tutto il mondo: un viaggio geograficamente e artisticamente inteso. Chemical Brothers, Radiohead, Jamie xx, Kiwanuka, Kings Of Leon fra gli stranieri, Raphael Gualazzi, Max Gazzè, Verdena, Joan Thiele, Shade, Motta fra gli italiani sono solo alcuni fra i nomi più noti i cui video verranno presentati al Festival. Nato come alternativa all’esibizione live – evidenzia Federica Ceppa la curatrice della sezione – il clip, divenuto oggetto promozionale per aumentare le vendite dei dischi e le date dei concerti, oggi è uno strumento di comunicazione importantissimo: si comunica per immagini e la comunicazione non è più quella dell’artista, bensì quella del suo pubblico che usa il codice del clip stesso per raccontare uno stato emozionale e per condividerlo con il mondo.
Oltre alle giurie del concorso principale, ci saranno alcune giurie che assegneranno altri premi: il premio DAMS Torino, il premio al miglior Storytelling, un premio alla distribuzione ed il OST Rolling Stone Award. Anche in questa terza edizione, infatti, Seeyousound gode della media partnership con Rolling Stone Italia: il mondo del mensile conferma una forte e attenta passione per la “settima arte” e la collaborazione con l’edizione 2017 dell’International Music Film Festival di Torino consentirà una condivisione molto intensa di diversi contenuti, anche considerando che Seeyousound è dedicato interamente alle proiezioni a tematica musicale.
Anche nel 2017 Seeyousound proporrà un ricco calendario di appuntamenti che si terranno fuori dalle sale, un festival diffuso con momenti di approfondimento, discussione e sperimentazione.
Seeyousound 2017 è realizzato in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema e reso possibile grazie al contributo di Fondazione CRT. Il programma completo sul sito.
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