Cronaca
Monica Cerutti incontra la famiglia marocchina scambiata per un nucleo di terroristi
Monica Cerutti, assessora regionale all’Immigrazione si è recata a casa della famiglia Ghennam che la sera del primo gennaio ha vissuto il brutto episodio di essere sospettata di terrorismo durante la proiezione di un film all’interno di un cinema torinese. La psicosi è nata dopo che alcuni spettatori hanno notato che la madre, Souad Ghennam, scambiava alcuni sms con la propria figlia sordomuta; provocando l’interruzione dello spettacolo da parte dei carabinieri.
Monica Cerutti racconta l’incontro: “Credo che sia importante che la Regione Piemonte mostri la propria vicinanza a questa famiglia di nuovi piemontesi. L’episodio è sicuramente frutto della paura che viene alimentata in questo periodo dalla strumentalizzazione di fatti di cronaca, che possono attecchire sulla poca conoscenza reciproca tra chi è nato in Italia e chi ci è arrivato o comunque è di origine straniera. Noi stiamo lavorando per colmare questa distanza e favorire percorsi di inclusione sempre più capillari e condivisi.
Ho trovato la famiglia molto colpita umanamente da quel che è accaduto soprattutto perché in contraddizione assoluta con il percorso di inclusione che hanno portato avanti sin da quando sono arrivati in Italia, quindici anni fa. Non possono credere di essere stati vittime di quella che definiscono una situazione umiliante. Ho cercato di spiegare loro la logica con la quale la Regione Piemonte sta portando avanti il proprio lavoro istituzionale che deve portare al rispetto reciproco e all’interculturalità: quel che pretendiamo dobbiamo garantirlo anche a chi, di origine straniera, viene a vivere sul territorio piemontese nel rispetto delle nostre regole» – ha dichiarato Monica Cerutti, assessora all’Immigrazione della Regione Piemonte.
Ho chiesto loro di provare a dimenticare questo brutto episodio e di provare a guardare al futuro positivamente. Noi lavoreremo alla nuova leggere regionale di promozione della cittadinanza in collaborazione con tutte quelle realtà territoriali formate da stranieri o che lavorano con essi. Abbiamo bisogno in questo percorso anche della loro fiducia e del loro sostegno.”
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