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Economia

Indagine congiunturale industria a Torino, nel 2017 diminuisce la fiducia ma i dati rimangono stabili e positivi

Redazione Quotidiano Piemontese

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La consueta indagine congiunturale trimestrale, realizzata dall’Unione Industriale di Torino su un campione di circa 400 aziende associate, rileva un leggero raffreddamento delle attese, riferito soprattutto al comparto dei servizi, che non sembra tuttavia segnare una svolta recessiva.

Nonostante l’aumento dell’incertezza in questi ultimi mesi, legato anche alle elezioni americane, alla vittoria del no al referendum, al cambio di governo e alle crisi bancarie, le previsioni delle imprese torinesi per il primo trimestre del 2017 si confermano nel complesso stabili e positive.

Nel comparto manifatturiero, tiene l’occupazione, con un saldo ottimisti – pessimisti ancora positivo; produzione e ordini calano di qualche punto percentuale, ma i saldi sono ancora favorevoli; dopo la flessione di settembre, salgono leggermente le previsioni sull’export. Tornano a salire anche gli investimenti in macchinari, forse anche in previsione dei nuovi incentivi inseriti nella Legge di Stabilità. Rimane basso il ricorso agli ammortizzatori sociali.

A livello settoriale, le maggiori difficoltà emergono nell’edilizia e nel suo indotto, nella chimica, nel tessile e nell’editoria. Come già negli scorsi trimestri il comparto metalmeccanico sembra reggere meglio questa fase di stagnazione dell’economia ed esprime un maggiore ottimismo rispetto agli altri comparti. Emergono inoltre differenze sostanziali tra la performance delle imprese con oltre 50 addetti (decisamente più ottimiste) e quelle più piccole, dove prevalgono attese pessimistiche.

È soprattutto nel settore dei servizi che l’indagine rileva un significativo peggioramento del clima di fiducia. In particolare sono caute le attese sui livelli produttivi e sui nuovi ordini, mentre sono più stabili le previsioni sull’occupazione. Non riparte l’export, segno che molti problemi restano ancora aperti. Si conferma marginale il ricorso alla CIG e, come nel manifatturiero, sono stabili i tempi di pagamento. Al contrario di quanto registrato nel manifatturiero, non risalgono gli investimenti.

Ecco la presentazione completa

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