Cittadini
A Torino una nuova Asl unica: delibera all’esame delle Commissioni consiliari di Regione e Comune
Un’unica azienda sanitaria per la città di Torino, che non sia la mera somma delle due realtà esistenti, la To1 e la To2: è quello che prevede la delibera all’esame delle Commissioni consiliari di Regione Piemonte e Comune.
Il progetto è stato illustrato dal direttore generale della Asl To2 e commissario della To1, Valerio Alberti, alle commissioni consiliari di Regione Piemonte e Comune di Torino riunite in seduta congiunta a palazzo Lascaris.
Popolazione interessata
La Regione Piemonte, secondo le indicazioni dell’assessore alla Sanità, intende la creazione della nuova Asl unica del capoluogo come un’occasione per rileggere i bisogni della domanda e dell’offerta dei servizi ai Torinesi con una riflessione su quanto si sta facendo nelle due Aziende e sulle possibili aree di miglioramento: la popolazione interessata è quella della città di Torino, circa 900mila abitanti, di cui il 11,6% entro i 13 anni, il 11,5% tra i 65 e i 74 anni, il 13,9% ? 75 anni e il 15,3% stranieri residenti.
Il progetto
L’unificazione – come ha precisato ai consiglieri comunali e regionali il direttore generale Alberti – non sarà gestita come un processo notarile ma come occasione per creare valore nelle attività assistenziali e nell’efficienza operativa, uniformando i servizi su standard più elevati (senza prevedere accorpamenti di servizi se non quelli già individuati negli atti aziendali delle ASL To1 e ASL To2), garantendo maggiore efficienza gestionale in particolare su sedi territoriali, orari di apertura, centralizzazione e specializzazione del front office, ma soprattutto prevedendo uniformità di procedure e percorsi assistenziali con particolare riferimento alle aree della geriatria, della non autosufficienza, della disabilità e della continuità assistenziale.
Alcuni esempi applicativi
Per quanto riguarda ad esempio l’assistenza domiciliare, la nuova Asl unica torinese consentirà uniformità e tempestività dei tempi di risposta, l’ampliamento dell’arco temporale in cui viene garantito il servizio, il potenziamento e la revisione del modello organizzativo delle cure palliative e delle cure domiciliari, in un’ottica di maggiore integrazione, ma soprattutto il potenziamento dell’assistenza domiciliare mediante la revisione dei modelli organizzativi ad oggi esistenti.
Particolare attenzione sarà riservata al tema dell’integrazione fra ospedali e territorio con l’attivazione nella nuova Asl unica di un unico dipartimento di continuità assistenziale dell’adulto e dell’anziano, per la presa in carico in modo omogeneo dei pazienti dopo la fase acuta.
In questo senso, fondamentale il tassello del collegamento sul piano operativo dei tre ospedali cittadini delle Asl TO1 e TO2 San Giovanni Bosco, Maria Vittoria e Martini che consentirà di generare collaborazioni e sinergie legate alle singole discipline.
Aggiornamento delle 22 del 10 novembre 2016
In serata si è svolta nelle sede del Consiglio regionale, una seduta congiunta delle commissioni sanità della Regione Piemonte, presieduta dal consigliere Domenico Ravetti e del Comune di Torino, presieduta dalla consigliera Deborah Montalbano.
Hanno partecipato alla seduta l’assessore regionale alla sanità, Antonino Saitta, e l’assessora comunale ai servizi sociali, Sonia Schellino. Oggetto della seduta l’illustrazione da parte di Saitta e del direttore generale dell’Asl To2 nonchè commissario dell’Asl To1, Fabio Alberti, del piano di accorpamento delle due Asl torinesi che, avrà corso dal primo gennaio del 2017.
Saitta ha spiegato le ragioni dell’accorpamento che, ha sottolineato, non vuole “solo sommare qualcosa, ma creare qualcosa di nuovo e di migliore”. Fermo restando che le risorse regionali per la sanità rimangono invariate, ha detto l’assessore, dall’operazione ci si attende di “generare valore e liberare risorse per migliorare i servizi e fronteggiare la nuova domanda di salute legata all’invecchiamento della popolazione”.
Saitta ha spiegato che al termine della seduta congiunta la commissione regionale avrebbe proseguito i lavori per esprimersi sulla delibera di indirizzo, relativa all’accorpamento delle Asl, predisposta dalla Giunta Regionale. Alberti ha illustrato un breve documento metodologico che enumera i punti di forza e di debolezza che occorre presidiare nel corso dei processi di accorpamento di Asl, così come emergono dalla letteratura e dalle esperienze realizzate in altre regioni italiane.
Da parte sua la Presidente Montalbano si è detta perplessa sul metodo adottato “ringrazio per l’invito ma non ne capisco la ragione, dato che veniamo a sapere solo ora che siamo solo venuti ad ascoltare, e usciti da quest’aula i Consiglieri regionali si esprimeranno su un documento che noi abbiamo ricevuto solo questa mattina e su cui non abbiamo potuto riflettere né tantomeno produrre osservazioni scritte”.
L’assessora Schellino, intervenuta alla fine della seduta, ha osservato che “molti punti trattati richiederebbero un po’ di tempo” ed ha chiesto la possibilità di trasmettere da parte dell’Amministrazione comunale e della conferenza dei Presidenti di circoscrizione (presenti alla seduta) osservazioni “che potrebbero essere accolte in una parte della delibera ad esse specificamente dedicata. L’atto a questo punto potrebbe essere parte integrante della successiva delibera di fusione delle Asl”.
Dopo la replica finale di Saitta e Alberti, che hanno risposto ad alcune delle numerose domande rivolte dai Consiglieri presenti, Montalbano ha chiuso la seduta ribadendo le sue perplessità sia sul metodo di lavoro, sia sul merito del documento illustrato da Alberti: “Non fornisce un’idea chiara del percorso di accorpamento, produce dati epidemiologici non aggiornati, non chiarisce quale sarà il destino del personale, compreso quello dirigenziale e, contraddittoriamente, annuncia il rafforzamento dei processi decisionali centralizzati e contestualmente di quelli decentrati”. “Prendo atto fortemente amareggiata – ha concluso Montalbano – che non c’è stata la volontà politica di realizzare un percorso partecipativo per questa trasformazione che riguarderà tutti i cittadini torinesi.
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