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Cultura

La gatta e i diamanti, intervista con Andrea Monticone

Gabriele Farina

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Torna il capitano Gabriele Sodano nato dalla penna di Andrea Monticone. Per la prima volta per i tipi di Golem Edizioni con La gatta e i diamanti. Sodano è distaccato nelle colline astigiane, nella speranza di un periodo di serenità, ma il ritrovamento di un cadavere in una vigna lo riporterà di corsa nel cuore degli intrighi e a scoprire a Torino una serie di misteri che riguardano l’antimafia, dei diamanti e una ladra affascinante chiamata la gatta.

Trovate qui la recensione completa del romanzo.

Andrea Monticone ha gentilmente risposto alle nostre domande.

Torna il capitano Sodano. Per chi ancora non lo conoscesse ci racconti quando e come è nato?

Il primo romanzo è del 2008, “Il falsario di Porta Palazzo”, e Sodano era solo tenente. Ma in realtà c’è un racconto mai pubblicato in cui Sodano era coprotagonista, lasciando la ribalta al personaggio principale, ossia un giornalista di nera. Poi, scrivendo il romanzo Sodano si è imposto e ha cacciato l’amico giornalista. E direi che va bene così. Sodano è un personaggio che si è svelato nel corso di questi anni, continuando a cambiare.

Come è nato invece questo particolare romanzo?

In maniera casuale, poi piano piano ha assunto la sua connotazione, mentre continuavo a scrivere e riscrivere. All’inizio c’era solo Sodano con un cadavere, poi è spuntata la Gatta, che in seguito ha preteso da vera diva molto più spazio. E le storie hanno cominciato a intersecarsi, i personaggi ad animarsi. Ho impiegato due anni per dare seguito all’incipit, una settimana (con molte bottiglie di vino) per scrivere la versione definitiva

“Nel primo filare c’è uva Barbera. Nel secondo filare c’è Moscato d’Amburgo. Nel terzo filare c’è un cadavere”. Trovo l’incipit del capitolo due uno dei più incisivi che abbia mai letto in un giallo. Come scegli il modo in cui raccontare le tue storie?

Forse sono le storie a scegliere me. L’idea dei filari mi è venuta lavorando nella mia vigna, a San Damiano d’Asti.

Qual è il rapporto di Sodano con Torino e quale invece il tuo rapporto con la città?

Sodano è un personaggio che mostra con difficoltà i suoi sentimenti, anche verso una città. Per certi versi vorrebbe fuggire da qui e nella Gatta è infatti tentato da una vita diversa. Certo risente del mio amore-odio per Torino. Su una cosa siamo d’accordo: certe volte un bel asteroide risolve molti problemi.

Una domanda con cui concludo sempre le interviste. Immaginando una trasposizione cinematografica di questo romanzo quali attori ti piacerebbe interpretassero i tuoi personaggi? Sbilanciati, che è solo un gioco.

Tra gli italiani forse Marco Bocci per Sodano, ma il sogno sarebbe Fabrizio Bentivoglio. Per la Gatta, invece, visto che devo sbilanciarmi, che ne dici di Halle Berry com’era in “Codice Swordfish”?

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