Cittadini
Rider Foodora: “Proposta azienda inaccettabile”
Proposta inaccettabile. Dopo la protesta dei ragazzi in bicicletta di Foodora per le condizioni di lavoro previste dal contratto stipulato con l’azienda, e la decisione di Foodora di aumentare la retribuzione da 2,70 euro netti a consegna a 3,70, continua l’agitazione dei rider. Anzi, si fa più intensa.
Tramite la pagina Facebook Deliverance Project è stata infatti diffusa una nota che informa degli ultimi sviluppi della trattativa. Una “proposta indecente” si legge, che ovviamente non ha soddisfatto i lavoratori.
Si legge:
La giornata odierna si conclude con quella che noi rider consideriamo una provocazione gravissima da parte di Foodora. Oggi giovedì 13 ottobre era l’ultimo giorno a disposizione per fornirci una risposta alle richieste da noi avanzate all’incontro di lunedì pomeriggio. Foodora si è permessa il lusso di infrangere in modo indecente questo accordo non inviando alcuna comunicazione e non rispondendo a telefonate e messaggi. Non paga di ciò ha deciso di divulgare a mezzo newsletter aziendale la propria proposta alle ore 00:02.
La proposta indecente avanzata dai nostri dirigenti, per formulare la quale si è scomodato uno dei responsabili tedeschi di Foodora Global venuto fin qui e per la quale sono stati necessari ben 4 giorni di “intenso lavoro”, consiste banalmente nel passare da 2,70€ netti a consegna a 3,70€, in una presunta accelerazione dell’attivazione delle convenzioni per le riparazioni delle bici e in una promessa di riorganizzazione della comunicazione interna.
Inutile dire che sono condizioni INACCETTABILI oltre che incredibilmente offensive e irrispettose nei confronti di noi tutti, visto e considerato che abbiamo esaustivamente spiegato che l’abolizione del Co.co.co. e del cottimo sono punti imprescindibili della nostra battaglia.Una risposta del genere non può che suonare alle nostre orecchie come un gravissimo tentativo di prendersi gioco delle nostre rivendicazioni.
Riteniamo che se queste sono le loro condizioni non ci sono i presupposti minimi per intavolare una trattativa e di questo domani dovranno rendercene conto!
Rilanciamo quindi lo stato di agitazione in modo ancora più determinato di prima, a partire dal presidio di domani mattina davanti al Tag in via Allioni 3 a Torino.
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