Cittadini
Scoppia il caso volontari per Fassino: secondo Movimento 5 Stelle e Airaudo erano ingaggiati dai docenti all’interno di attività accademica
Poche ore prima della fine della campagna elettorale scoppia un caso che potrebbe essere esplosivo: secondo Silvia Chimienti, deputata del Movimento 5 Stelle e Giorgio Airaudo candidato sindaco a Torino, studenti dell’Università di Torino venivano ingaggiati all’interno dei corsi accademici dai docenti per diventare “Volontari per Fassino” all’interno del loro percorso formativo curriculare.
Entrambi hanno presentato un’interpellanza al ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini perchè si chiarisca la vicenda. Silvia Chimienti ha prima cercato di chiarire se fosse lecito utilizzare la casella mail dell’Università di Torino per realizzare un sondaggio sulle intenzioni di voto dei torinesil Poi perà si è accorta che lo stesso professore da cui sono partite le mail ha anche arruolato mesi fa venti suoi studenti universitari per la campagna elettorale pro-Fassino a Torino. La Chimineti rincara: “la risposta, in ogni caso, dovrà darcela il Ministro Giannini, cui abbiamo fatto pervenire un’interrogazione parlamentare a mia prima firma. Il Ministro è a conoscenza della situazione? C’è un filo che sembra legare le due vicende, un filo che rischia di svelare pericolose commistioni tra una parte dell’Università e la politica. Non è difficile fare due più due e pensare che i risultati di quel sondaggio, promosso dal professor Cepernich, lo stesso che ha ideato il progetto “Noi siamo Torino”, siano di fatto state confezionate ad uso e consumo del sindaco uscente.
Fassino commissiona sondaggi a nome dell’Università di Torino, nascondendosi dietro il nome di un professore che sta facendo da mesi campagna elettorale per lui? Sarebbe gravissimo. Siamo consapevoli del fatto che sondaggi a fini di ricerca accademica sono sostanzialmente diversi dai sondaggi elettorali commissionati da un partito, e questo sarà un elemento determinante nel sancire l’oggettiva estraneità delle due realtà succitate. Qualora questa estraneità non si dia, sappiamo che un sondaggio elettorale costa sui 4-5000 euro: ottenerne gli esiti mascherandosi dietro una ricerca universitaria sarebbe vergognoso. Fare sondaggi è prerogativa costosa ma legittima per una forza politica. Farlo sfruttando un ente pubblico come l’Università degli Studi di Torino, istituzione di indubbio prestigio e riconoscimento, sicuramente no. Saremo determinati nel fare luce su questa vicenda, e per chiarirne le implicazioni di carattere politico e per tutelare il buon nome dell’Università degli Studi di Torino.
Una ventina di studenti, molti dei quali non hanno visto di buon occhio la decisione di rimborsare solo alcune delle persone che sono state reclutate dal docente. Il professore ha iniziato a inviare i primi avvisi a dicembre, attraverso i canali ufficiali del corso di laurea, tenendo le prime riunioni nelle aule universitarie. I giovani sono stati divisi in gruppi, circoscrizione per circoscrizione. Team dalle due alle quattro persone per girare i mercati, fare porta a porta, il tutto con cartelle e pettorine su sui è scritto Fassino a caratteri cubitali. “Un po’ diverso – dice una persona che ha deciso di aderire al progetto – rispetto all’annuncio di dicembre 2015. E a quello che il professore ha spiegato nei primi incontri nelle aule del Cle e non al comitato Fassino”. Già. Il primo annuncio è del 18 dicembre 2015: “Stiamo organizzando occasioni di stage, ricerca sul campo per tesi di laurea e attività di laboratorio su community management, grossroots campaigning “alla Obama”, analisi dei dati, social media management, storytelling politico”, recitava l’annuncio. Il tutto in cambio di crediti formativi e della possibilità di fare tesi. “Perché poi siamo stati chiamati a tutti gli appuntamenti elettorali per fare numero, oppure ci è stato chiesto con i nostri account di controbilanciare ai post negativi pubblicati sui social rispetto a Fassino”, si chiede sempre la recluta universitaria che fa parte del gruppo di venti. Quello che ha mandato in frantumi il gruppo poche settimane prima delle elezioni, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il “tu sì, tu no. Tu puoi prendere i rimborsi, tu no”.Una scelta arbitraria, senza un criterio oggettivo, per molti degli studenti. La cifra, si è scoperto dopo i bonifici fatti dal Comitato elettorale di Fassino con cui gli “eletti” hanno firmato un contratto di prestazione occasionale, è significativa: 2 mila euro netti. Tanto che è scattata la solidarietà tra matricole. Alcuni dei beneficiati hanno deciso di dividersi la paghetta. Altri no. “Perché non dare a tutti un piccolo rimborso”, si chiedono i volontari.
#?NoiSiamoTorino? nasce da un’idea politica? NO. Nasce dalla cultura della partecipazione. E’ un progetto che promuove un modello innovativo di campagna elettorale basato su: (1) logica scientifica e analisi dei dati; (2) applicazione di metodi e tecniche sperimentali del campaigning; (3) ne verifica l’efficacia attraverso la ricerca. I risultati saranno, come sempre, patrimonio di conoscenza comune. Cose che si possono REALIZZARE SOLO FACENDO CAMPAGNE ELETTORALI.
C’è stata commistione tra attività universitaria e attività politica? NO. Faccio ricerca e didattica nel campo della comunicazione politica. Coordino un progetto di ricerca sulle nuove frontiere delle campagne elettorali. Studio e insegno metodi e tecniche della comunicazione elettorale. Afferisco ad un corso di laurea che si chiama “Comunicazione pubblica e politica”. Di cosa mi dovrei occupare? Lo stesso vale per laureati e studenti di CPP (ecco, lo staff non è composto esclusivamente da studenti): è così strano che vogliano sperimentare e fare esperienze professionali nelle discipline che hanno appreso all’Università? NO. L’adesione dei ragazzi allo staff di #NoiSiamoTorino è stata, come ovvio, volontaria, libera e aperta. Chi vi è entrato (e chi vi è uscito) lo ha fatto per interesse professionale. Rivendico, dunque, che il progetto NST sia un’occasione – tra le diverse possibili – per applicare competenze e apprendere un metodo innovativo per il contesto italiano ed europeo.
Sono stati attivati stage all’interno del progetto? NO. Nel caso, però, non si sarebbe fatto nulla di sbagliato. Esistono stagisti universitari all’interno di qualsiasi esperienza di campagna elettorale: stage attivati, sempre, da tutti i partiti. Fare pratica nel campo della comunicazione politica NON E’ DIVERSO dal farla in qualsiasi altro campo della comunicazione. Il clima da “avvelenamento dei pozzi” che ormai si è generato intorno alla politica è fattore di distorsioni macroscopiche nella lettura dei fatti.
Si è svolta attività politica dentro ambienti universitari? NO. Che lo si insinui significa anche mettere in dubbio la mia personale capacità di separare le cose. A seguito della “call” postata sul profilo FB di CPP, si sono tenuti 2 o forse 3 incontri progettuali con chi – tra i rispondenti – aveva manifestato interesse. Non vi era, allora, nessuna campagna elettorale in corso. Era dicembre. Si presentava un progetto di comunicazione da costruire con persone interessate (perché specializzate su quei temi).
L’interrogazione presentata da Silvia Chimenti
Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca premesso che:
La campagna elettorale è disciplinata dalle leggi numero 212 del 4 aprile 1956, numero 515 del 10 dicembre 1993 e numero 28 del 22 febbraio 2000;
per la campagna elettorale delle amministrative di Torino il sindaco uscente Piero Fassino ha arruolato più di 350 volontari reclutati attraverso una registrazione sul portale del sindaco (www.pierofassino2016.it/diventa-anche-tu-volontario-di-noi-siamo-torino), tra cui figurano studenti e neolaureati del corso di laurea in comunicazione pubblica e politica dell’università degli studi di Torino;
alcuni studenti hanno aderito al progetto di ricerca del professor Cristopher Cerpernich, docente del corso di laurea magistrale in Comunicazione pubblica e politica di Torino, per conto del comitato “Noi siamo Torino” in cui opera lo stesso docente;
il progetto di ricerca è stato pubblicizzato sulla bacheca Facebook del corso di laurea in comunicazione pubblica e politica il 18 dicembre 2015, con un annuncio riportante le seguenti indicazioni: “Stiamo organizzando occasioni di stage, ricerca sul campo per tesi di laurea e attività di laboratorio su community management, grassroots campaigning “alla Obama”, analisi dati, social media management, storytelling politico”, come riporta un articolo pubblicato sul “Fatto Quotidiano” in data 1 giugno 2016;
come riportato nel suddetto articolo gli studenti, alcuni dei quali hanno ricevuto per questa campagna elettorale un bonifico di 2500 euro, hanno anche dovuto presenziare, per fare numero, alle interviste pubbliche ed ai vari incontri pubblici del sindaco uscente oltre a controbilanciare tramite i loro account i post negativi apparsi sui profili Facebook del sindaco uscente;
gli studenti reclutati dal professor Cristopher Cepernich attraverso i canali ufficiali del corso di laurea, hanno tenuto le riunioni nelle aule universitarie e non presso il comitato elettorale di Fassino in via Pavia 18 a Torino e si sono recati in diversi quartieri torinesi per indossando pettorine rosse con scritte riportanti il nome del candidato sindaco Fassino;
come riportato dal quotidiano “La Repubblica”, in un articolo pubblicato in data 1 giugno 2016, la partecipazione alla campagna elettorale a sostegno del sindaco uscente e promossa dall’università di Torino è stata proposta agli studenti in cambio di crediti formativi e della possibilità di sostenere la tesi di laurea;
il progetto di ricerca del professor Cristopher Cerpernich non è stato proposto a sostegno di nessun altro candidato sindaco per le amministrative di Torino ma solamente al sindaco Piero Fassino;
Dall’account di posta facente riferimento alla associazione OCCP (Osservatorio sulla comunicazione politica e pubblica) costituita in seno all’Università degli studi di Torino e facente riferimento al professor Cepernich, sono partite una serie di mail in cui si chiedeva ai destinatari di esprimere le proprie intenzioni di voto alle elezioni comunali del 5 giugno 2016, come dimostrato da un post pubblicato sul profilo Facebook della deputata Silvia Chimienti in data 2 giugno 2016;
Tale richiesta sembra a tutti gli effetti configurare gli estremi di un sondaggio elettorale, i cui esiti potrebbero essere spesi a favore del medesimo comitato “Noi siamo Torino” e dunque indirettamente fornire informazioni al candidato sindaco Piero Fassino :-
se il Ministero interrogato sia a conoscenza dell’utilizzo degli studenti dell’Università di Torino per fare propaganda e campagna elettorale per il sindaco uscente Piero Fassino e se ritenga tale progetto di ricerca opportuno in ambito universitario;
quali urgenti provvedimenti voglia intraprendere nei confronti delle autorità accademiche che hanno permesso lo svolgimento del progetto di ricerca di cui in premessa;
se intenda fare luce sulle finalità e sui destinatari del sondaggio di cui in premessa, accertando che non sia stato predisposto appositamente a sostegno della campagna elettorale del candidato sindaco Piero Fassino;
se intenda approfondire l’eventuale utilizzo di fondi universitari e statali per finalità politiche ed elettorali e se, qualora fosse comprovato l’utilizzo di questi fondi per scopi politici a vantaggio di una sola parte politica, intenda prendere provvedimenti disciplinari nei riguardi dei soggetti coinvolti.
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