Cultura
Specchi lontani, intervista con Michele Ruggiero
E’ da poco in libreria per Neos Edizioni il libro Specchi Lontani di Michele Ruggiero. Si tratta di un volume molto interessante che racconta alcuni aspetti della storia dell’unità d’Italia prendendo in considerazione la vita di alcuni specifici personaggi. Personaggi minori e meno conosciuti ma anche personaggi principali come Cavour e Vittorio Emanuele ma raccontati nella loro vita privata. Un piccolo scorcio di una storia più piccola, importante per capire la Storia più grande.
Qui trovate la recensione del libro.
Abbiamo intervistato l’autore Michele Ruggiero
Specchi lontani è un viaggio affascinante verso l’unità d’Italia, ma racconta piccole storie e non la Storia con la “S” maiuscola. Come mai questa scelta e quanto le piccole storie compongono la Storia?
Molte pagine del mio libro sono dedicate alle vicende prerisorgimentali in quanto il periodo napoleonico con i suoi fermenti rappresentò l’apertura verso l’Unità nazionale. In questo contesto non credo che esistano “storie minori”, tutte rappresentano la base di partenza per ulteriori ricerche e un tassello inserito nel grande momento storico.
Come ha scelto i personaggi da raccontare? Perchè proprio loro?
Sono partito dagli “umili”, quelli che la storiografia ufficiale spesso ha emarginato, in quanto rappresentano la voce dal basso e, quasi sempre, il vero sentire del popolo (come è avvenuto per il brigantaggio che rappresentò l’ultima opposizione delle campagne con le vicende dei “Barbetti”, dei “Fratelli di Narzole” e di Mayno della Spinetta).
La scelta dei personaggi è legata al tentativo di scoprire i loro aspetti meno noti. Il giovane Cavour era un “birichino”, Branda de’ Lucioni una figura misteriosa con la sua Massa Cristiana, Carlo Emanuele IV per essere stato un’ombra fugace nella storia sabauda, la contessa di Castiglione (Nicchia) per i suoi aspetti inquietanti e per essere stata sfruttata e plagiata.
Giuseppina Bonaparte, Napoleone, Carlo Alberto, naturalemnte Cavour e tanti altri. Qual ‘è il personaggio tra quelli che ha raccontato nel libro che l’affascina di più e perchè?
Domanda difficile: Giuseppina Bonaparte è affascinante per essere imprevedibile, barazzina, ma anche umanamente debole, Napoleone, l’uomo che concluse la Rivoluzione e la rese europea, Carlo Alberto, angosciante e angoscioso, che con l’abdicazione e la morte in esilio creò un mito del nostro Risorgimento. Ma di fronte a una scelta senza alternative sceglierei il “contino torinese” Camillo di Cavour perchè ogni tanto i grandi personaggi vanno smitizzati per farli “scendere dal monumento”
Qual è invece quello che durante i suoi studi ha scoperto essere più diverso rispetto alla figura che la Storia ci ha consegnato?
Riformatore, autoritario e progressista, ambizioso e realista fino al cinismo, Cavour, almeno negli anni giovanili, rivelò molte debolezze: il gioco, le donne, il gusto per l’avventura anche spregiudicata, le amicizie non del tutto rassicuranti. Tuttavia, nel contempo, si rivelò un attento studioso dei problemi sociali e un abile amministratore. E aveva un pregio: l’ironia, l’arte dei saggi, per cui piaceva molto al pubblico femminile.
L’inevitabile domanda di chiusura per QP. Qual è il suo rapporto con Torino ed il Piemonte?
Torino è di una grazia scontrosa, se piace piace per sempre, ma è una grazia che va continuamente riscoperta e rivalutata. E’ una città cartesiana che non ama gli sproloqui degli inventori di favole, né la cultura dell’effimero. Conserva le proprie tradizioniche non significa vecchiume e, pur faticosamente, è stata capace di passare da città industriale a città d’arte partendo dalla solidità del proprio impianto.
Quanto al Piemonte, per ragioni culturali e storiche è tra le regioni italiane quella più aperta all’Europa. Certe cittadine piemontesi con la loro bellezza appartata sono una gioia e un conforto per lo spirito.
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