Ambiente
Piemontesi spreconi: ecco quali cibi “cestiniamo” e quanti soldi buttiamo in un anno
Frutta, verdura e formaggi. Ma anche pasta, gelati e una miriade di tanti altri alimenti. Faccia un passo in avanti chi non ha mai buttato delle rimanenze di cibo, cestinandolo perché considerato non più commestibile. Probabilmente resteremmo tutti fermi. Se si parla di spreco alimentare infatti, aldilà delle nostre credenze, il quadro che emerge è, per usare un’eufemismo, leggermente preoccupante.
Secondo l’Osservatorio Waste Watcher, uno studio di Last Minute Market*, spin off dell’Università di Bologna, in Italia 6 persone su 10 buttano il cibo almeno una volta alla settimana. Di più: 1 su 10 anche una o due volte a settimana. Waste Watcher ci rivela che nel 2013 lo spreco domestico è costato agli italiani 8,7 miliardi di euro: una cifra vertiginosa, che deriva dallo spreco settimanale medio per famiglia di circa 213 grammi di cibo, gettato perché considerato non più edibile, al costo di 7,06 euro settimanali.
Secondo le rilevazioni e i dati Eurostat, il sistema statistico europeo, poi, sono circa 149 i chili di cibo che mediamente ciascuno di noi spreca in un anno. Che, espressi in euro, fanno circa 13 (tredici!) miliardi all’anno.
Lo spreco alimentare in PiemonteÂ
Nella classifica italiana degli spreconi, ovviamente, troviamo anche il Piemonte. Anche se non ai vertici, i piemontese perdono 6,3 euro a settimana. Meno della media nazionale, ma comunque una cifra consistente.
Ma quali sono i cibi che maggiormente finiscono nell’immondizia? Secondo Waste Watcher, nella pattumiera finiscono frutta e verdura (40-50 per cento) seguiti dai cereali e prodotti derivati (30%).
Motivo? Errato modi di conservazione, sicuramente. Ma anche gestione errata delle scorte e acquisti maggiori rispetto al fabbisogno; molto spesso dettato da un acquisto compulsivo legato alle offerte e alle promozioni.
Motivi per cui si buttano i cibi in Piemonte
Le principali cause dello spreco alimentare in Piemonte, spiega Waste Watcher che ha studiato il problema con un approfondito sondaggio innovativo (prima chiedeva direttamente alle persone e poi andava a verificare direttamente nel bidone se era vero) sono quelle legate alla veloce deperibilità dei prodotti acquistati.
Ricapitoliamo. Per quanto riguarda il Piemonte si acquista con troppa nonchalance alimenti che andrebbero consumati nell’immediato. C’è da dire che non è tutta colpa dei consumatori: compartecipano allo spreco alimentare la produzione, la ristorazione, la vendita all’ingrosso e al dettaglio.
Gli sprechi delle famiglie, però, sono quelli più consistenti. In Europa, conclude il rapporto, quelli delle famiglie sono gli sprechi più rilevanti: il 42 per cento del totale, seguiti da quelli di produzione (39 per cento), la ristorazione (14 per cento) e la vendita all’ingrosso e al dettaglio (5 per cento).
*i dati si riferiscono al 2013
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