Economia
Gli eurodeputati piemontesi contro la liberalizzazione dei nomi dei vini
Il ministro per le politiche agricole Maurizio Martina ha ribadito al commissario europeo Phil Hogan, la netta contrarietà dell’Italia a ipotesi di liberalizzazione dell’uso dei nomi dei vitigni ribadendo
la necessità di non cambiare le attuali norme che regolano l’utilizzo delle denominazione dei vini. Secondo Coldiretti il Made in Italy nell’ambito dei vini identificati da denominazione ha un valore di 3 miliardi di euro, per quello che riguarda i nomi dei vini registrati e protetti a partire dagli anni Sessanta e Settanta e per cui la DOP è costituita dal nome del vitigno autoctono affiancato dal nome della regione geografica di produzione.
Per Mercedes Bresso, eurodeputata piemontese: “Così facendo verrebbe azzerata la nostra tradizione vitivinicola. Il Commissario all’Agricoltura Phil Hogan, in un recente incontro con il Ministro Martina, ha dato delle rassicurazioni positive e si è detto disponibile al confronto. Ora però aspettiamo azioni concrete come il ritiro della bozza del documento in questione. Pur non essendo personalmente nella Commissione Agri del Parlamento europeo, seguirò costantemente l’iter di questa pratica che avrebbe evidenti ripercussioni negative sul nostro territorio e mi opporrò in tutti i modi possibili”.
Secondo l’altro eurodeputato piemontese Alberto Cirio: “Immaginare che in Lituania si possa produrre Barolo è un falso, che non solo distruggerebbe una economia basata sul rapporto tra prodotto e territorio, ma genererebbe anche confusione nei consumatori. Da sempre si parla di filiera corta, mentre questa scelta vanificherebbe il lavoro degli agricoltori a favore dell’industria e, di fatto, ci esporrebbe a una concorrenza mondiale, in cui l’imitazione dei nostri prodotti distruggerebbe l’identità stessa del made in Italy”.
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