Cronaca
Piantagione high tech di marijuana in una villa a Torino, è il secondo caso
I carabinieri della Compagnia di Pinerolo hanno trovato un laboratorio della droga in una villa a Torino. Si tratta del secondo ritrovamento negli ultimi sei mesi. Il primo sequestro risale al mese di luglio scorso a Pinerolo.
Nella villa di Torino i carabinieri hanno sequestrato quasi 2400 piantine di marijuana ma in casa non c’era nessuno. Nel corso delle indagini è stata individuata una ragazza cinese che ha fatto da intermediaria e interprete tra alcune persone cinesi e i proprietari della villa. La donna, pur mostrandosi all’oscuro delle coltivazioni di droga e della presenza di un organizzazione criminale dietro alle coltivazioni, ha dichiarato che era stata chiamata, in qualità di interprete, per far affittare sia la villa di Cantalupa di Pinerolo sia la villa di Torino.
Il tutto tramite un sito internet cinese che mette in contatto coloro che cercano e offrono lavoro. L’interprete ha dichiarato di essere in contatto con i locatori delle ville che le avevano riferito che desideravano utilizzarle come basi per attività artigianali (quali in confezionamento di vestiti), senza doversi registrare come partita iva e senza dover pagare le tasse. Il pagamento dei canoni d’affitto avveniva tramite accrediti bancari provenienti da banche di Hong-Kong, su due conto correnti della ragazza cinese.
Con questo secondo sequestro, i carabinieri hanno interrotto una catena di produzione della droga che avrebbe potuto immettere sulla piazza torinese migliaia di dosi. Gli investigatori stanno cercando di rintracciare gli affittuari delle due ville e di salire ai titolari dell’impresa criminale, ricostruendo anche i canali di distribuzione sia dei profitti economici sia della droga. L’organizzazione potrebbe essere presente su tutto il territorio nazionale ed europeo. I militari, che stanno indagano sul flusso di denaro dalla Cina verso l’Italia, sospettano che vi siano altre ville nella disponibilità del gruppo, trasformate in serre per la produzione di centinaia di migliaia di dosi di droga da immettere nel mercato europeo della droga. Sono anche in corso verifiche se vi sia una connivenza tra l’organizzazione e i proprietari degli immobili.
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