Cultura
Intervista con Ernesto Chiabotto, autore de ‘Il custode’
Abbiamo intervistato Ernesto Chiabotto, autore del romanzo “Il custode”, edito da Neos Edizioni. Il romanzo è ambientato a Torino e vede come protagonista un egittologo che lavora al Museo Egizio e cura uno scavo in Egitto. Si presenta al suo cospetto un misterioso vecchietto che gli sottopone la prova di una scoperta senza precedenti. In cambio però vuole che fermi i suoi scavi. Trovate qui la recensione del libro.
Alla base del romanzo c’è un’idea non certo comune. Da cosa è nata questa idea? Qual è stato lo spunto del romanzo?
L’idea è nata da una fortuita concomitanza. Cercavo l’idea per un concorso di racconti a cui volevo partecipare e una cara amica mi disse che stava iniziando una relazione con un uomo che faceva una strana professione: l’egittologo. Io, intanto avevo appena finito di leggere “I miserabili” ed ero stato folgorato dalla figura di Jean Valjean e dalla sua dedizione e alla protezione di Cosette. Il racconto non sono riuscito a presentarlo, l’egittologo non lo conoscevo, così mi sono lasciato andare, cercando di trovare una storia che esprimesse ( nel mio piccolo, ovviamente! Guai a me, se pensassi di confrontarmi con un monumento come quel capolavoro e quel mostro di bravura di V.Hugo) quanto credo sia nobile amare una donna in quel modo assoluto. Per questo motivo dico spesso nelle presentazioni, che Il Custode è una favola moderna. E che, forse, ogni donna vorrebbe conoscere il suo Custode.
I misteri dell’Antico Egitto e i misteri di Torino si intrecciano da secoli. Poteva “Il custode” essere ambientato in un’altra città?
Mah, vista la professione del co-protagonista, il prof Hupper, dovrebbe almeno essere una città dove c’è un museo dedicato. Escludendo Il Cairo, potrebbero essere Londra o Parigi. Ma si dovrebbero cambiare alcuni luoghi con scene chiave, come Il Bicerin o la Consolata. E per scriverlo altrove, avrei dovuto viverci per un po’. Ora che ci penso, non sarebbe neanche tanto male!
Che tipo di ricerche ha fatto sulle tecniche di imbalsamazione e sulla storia dell’Antico Egitto prima di scrivere il libro?
Ormai su Internet si trova di tutto. Ho consultato siti, letto alcuni testi consigliati, e fatto ricerche in biblioteca. Essendo un profano, l’importante era non scrivere stupidaggini, essere preciso su luoghi, tecniche e tempi storici e sembra ci sia riuscito.
Nel romanzo si punta l’attenzione anche sul contrasto tra scavi archeologici e “profanazione” dei corpi che riposano in quelle tombe. Lei che posizione ha a proposito?
Per “avere una posizione” dovrei essere un addetto ai lavori, cosa che non sono. Ma mi sono sempre chiesto se la brutalità con cui si entrava in uno spazio costruito per non essere violato, fosse giusta. Ovviamente si deve distinguere tra volgari ladri e nobili ricercatori, ma la sostanza non cambia. Le tombe sono state violate e la spiritualità di quel popolo calpestata. Tutto ciò che noi vediamo, per esempio al Museo Egizio, non doveva essere visto da uomini, non era stato costruito con quello scopo. Esporre una mummia mi sembra una intollerabile mancanza di rispetto per quella persona e il suo spirito, devo dire. Per fare un parallelo, se una civiltà aliena pretendesse di scoprire come viviamo profanando le nostre tombe di famiglia, non credo che la prenderemmo benissimo. Gli antichi Egizi non possono reagire, si sono estinti. Khaibith da’ loro voce.
“Il custode” sembra pronto per una trasposizione cinematografica. Facciamo un gioco: quali attori vedrebbe bene nei ruoli dei due protagonisti?
Questa è una domanda molto divertente! E’ come se avesse capito che, quando l’ho scritto, avevo ben in mente le persone che avrebbero potuto interpretare i personaggi, tutti attori famosi. Mi sono immaginato le loro facce, le espressioni, il loro modo di recitare. E’ stato un modo per immaginarmelo meglio, mi ha facilitato il compito. Ma mi permetta di non rivelare chi sono gli originali, che le posso dire sono italiani! Stando al gioco e pensando in grande, molto in grande, per una bella produzione Hollywoodiana, potrei suggerirne alcuni: Attilio: Matt Damon o Jake Gyllenhaal. Khaibith: Ben Kingsley, Anthony Hopkins. Cecilia: Jodie Foster, Meg Ryan (di qualche anno fa, ahimé). Serenella: Megan Fox, Keira Knightley. Come vede, non ho badato a spese!
Questo è il suo primo vero romanzo. E’ soddisfatto del risultato?
Sì, molto. Ho lavorato parecchio per arrivare a questo risultato; l’ho scritto e riscritto e riletto non so quante volte, l’ho fatto correggere, lasciato in un cassetto diversi anni, riletto di nuovo, ulteriormente modificato e ora posso dire di esserne molto fiero. Credo molto nel progetto, e sto lavorando affinché sia conosciuto e apprezzato. Devo ringraziare moltissimo la Neos Edizioni che ha avuto subito fiducia in me e nel libro. Insieme stiamo facendo un ottimo lavoro ma sono convinto che se la Neos avesse la potenza economica di una grande casa editrice, con una buona campagna di marketing, Il Custode potrebbe “fare il botto”, come si dice. E’ una bella storia!
Ha visitato il Museo Egizio riallestito? Come le sembra la nuova esposizione?
Sì, l’ho visto più volte, una delle quali in compagnia di una guida eccezionale che mi ha fatto passare tre ore fantastiche. Il museo è davvero bellissimo, interessante, completo, suggestivo. Ogni tanto ci ritorno, vedo una parte con calma, in modo più approfondito. Con la tessera Musei lo posso fare, così mi godo un pezzo per volta, respiro tutto il fascino che emana quel luogo. Con il sentimento di cui parlavo prima, un po’ di disagio per quelli spiriti sfrattati dai loro oggetti e tanto rispetto per un popolo affascinante. E alla fine passo al book shop, dove si può acquistare anche il mio romanzo, una grande soddisfazione.
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