Cronaca
Stefano Esposito chiamato in causa nel processo San Michele , ribatte: nessun avviso di garanzia sull’inchiesta sulla ‘ndrangheta in Piemonte
L’imprenditore della Valle Susa Ferdinando Lazzaro, imputato nel processo San Michele che prende il nome dall’operazione dei Carabinieri sulle presunte infiltrazioni di ‘ndrangheta in Piemonte, ha sostenuto di essere riuscito a far intervenire nel 2012 in suo favore personalità politiche, tra le quali Stefano Esposito, senatore del Pd e ora assessore ai Trasporti del Comune di Roma, e Marco Rettighieri, ai tempi direttore generale dl Ltf per partecipare ai lavori di costruzione della Torino-Lione. I fatti risalgono al 2012, quando l’esistenza dell’inchiesta non era nota e non si sapeva che Lazzaro, vittima di attentati incendiari attribuiti al movimento No Tav, era anche monitorato dagli investigatori.
Stefano Esposito risponde alle notizie dal suo blog in tono ironico: Volevo informarvi che da oggi, per rivolgervi a me, dovrete chiamarmi Don – On. – Sen. – Ass. Stefano Esposito.
Poi però ha rilasciato delle dichiarazioni all’agenzia ANSA:
Non ho ricevuto nessun avviso di garanzia. Se sono indagato lo dicano altrimenti chiedo io ai Ros di rendere pubblica una segnalazione che feci, mi pare nel 2013, in merito a ciò che l’imprenditore Ferdinando Lazzaro mi raccontò relativamente agli appalti della Sitaf. La denuncia che secondo me aveva elementi di natura penale, l’ho fatta davanti al capitano Fanelli. Per la verità comunque non mi risulta di essere intervenuto sui lavori Tav. So che dopo quella mia denuncia i Ros chiamarono altre persone che avevo segnalato e che potevano essere utili. Dal mio punto di vista non ho altro da aggiungere.
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