Alessandria
I 10 grandi giardini italiani aperti in Piemonte ad agosto
Sono dieci i giardini e parchi piemontesi appartenenti al network dei Grandi Giardini Italiani. Tutti e dieci rimarranno aperti ad agosto e nell’intero periodo estivo. Si tratta di:
Castello di Masino – FAI: affacciato sull’ampia pianura del Canavese, sorge su una collina antistante la lunga barriera morenica della Serra di Ivrea. L’edificio venne innalzato nell’XI secolo per volere della famiglia Valperga. Dalla seconda metà del XVI secolo il Castello venne ricostruito nelle forme attuali sulle rovine dell’antico fortilizio, assumendo così le sembianze di una vera residenza di rappresentanza immersa in un vasto e splendido parco, che rivela ancora oggi le trasformazioni operate nel Settecento e Ottocento.
Castello di Miradolo (S. Secondo Pinerolo – To): Un parco di oltre sei ettari, che ancora oggi lascia trasparire gli orientamenti progettuali e il gusto di chi iniziò a delinearlo sul finire del Settecento e di chi, poi, ne curò l’ampliamento nel corso dell’Ottocento, circonda il Castello. Ispirato al giardino informale inglese, il parco si caratterizza per una forma vagamente ovale arricchita e resa piacevole da anse di rigogliosa vegetazione che si affacciano su una grande radura centrale e che hanno sembianze paesaggistiche di gusto romantico.
Castello di Pralormo (Pralormo – TO): Le prime notizie certe dell’esistenza di un giardino risalgono al 12 giugno 1574, ma è solo nel corso dell’Ottocento che il Conte di Pralormo, ministro del Re, scelse il migliore architetto del tempo, Ernesto Melano, per trasformare la dimora e affidò il giardino a Xavier Kurten. Il progetto di parco romantico all’inglese è stato completamente realizzato e l’impianto si è conservato sino ai giorni nostri.
Giardini Botanici di Villa Taranto ( Verbania-Pallanza – VB): Dislocato sulla sponda piemontese del Lago Maggiore tra Intra e Pallanza, il giardino ha preso forma a partire dal 1935 nella proprietà che il capitano scozzese Neil Mc.Eacharn aveva acquistato dalla marchesa di Sant’Elia con l’ambizione di creare un complesso botanico di valore internazionale.
Confidando nella bellezza del luogo, nella mitezza del clima e in incredibili lavori di terrazzamento e sbancamento lungo Punta della Castagnola, il Capitano seppe conciliare esigenze estetiche e botaniche. Acquistò altri terreni adiacenti e nei 16 ettari della proprietà creò boschi, bordure e vallette di arbusti, aiuole, parterres, tappeti erbosi, laghetti, serre e mise a dimora piante di tutto il mondo, formando collezioni di grande valore scientifico che ora contano 8.500 tra specie e varietà diverse.
Giardini della Reggia di Venaria (TO):
L’intervento realizzato sui Giardini, persi dopo l’occupazione napoleonica, ha voluto identificare e riprendere i rapporti con l’architettura e il paesaggio circostante evocando e valorizzando l’impianto sei-settecentesco. Il Giardino è composto da numerosi episodi che ne completano armonicamente l’immagine generale.
Nel Parco alto si trovano il giardino a Fiori, il Roseto con ampi ”cuscini” di rose rifiorenti e il Gran Parterre spazio maggiormente suggestivo del giardino settecentesco che mette in relazione le importanti architetture di Filippo Juvarra quali la Galleria Grande, la Citroniera e la Scuderia.
Giardino di Villa Ottolenghi ( Acqui Terme, AL):
Nei pressi di Acqui Terme, disegnato sul morbido profilo delle colline del Monferrato, tra vigneti e boschi, è stato costruito dal 1955 uno dei più straordinari giardini moderni visitabili oggi in Italia, creato da Pietro Porcinai attorno ad una villa opera di Marcello Piacentini ed altri architetti razionalisti.
La Malpenga (Vigliano Biellese – BI): Nel 1934 la proprietà passò a Vittorio Buratti, industriale nel settore tessile: a tutti Buratti amava offrire, oltre ai vini della sua vigna, le insalate del suo orto. Quest’ultime erano diventate la “specialità della casa”. Infatti Vittorio Buratti, nei suoi viaggi, trovava sempre il tempo per acquistare sementi da riportare a Vigliano e lì coltivare. Si dice che l’orto fosse arrivato a contenere settanta varietà diverse d’insalata. Anche dopo la scomparsa di Vittorio, la famiglia ha continuato nella tradizione delle insalate. La grande varietà di tipi proposti fa sì che ciascun piatto assuma delle caratteristiche organolettiche particolari, a seconda delle proporzioni usate nel miscelarli.
Oasi Zegna (Trivero – BI):
L’Oasi Zegna, nata nel 1993 come progetto di valorizzazione ambientale su un’ampia area montana nelle Alpi Biellesi (100km2), oggi è, nel visitatore e in chi la abita, un toponimo. Attraversata dalla strada statale Panoramica Zegna, da Trivero (mt 800 di altitudine, sede ancora oggi del Lanificio Ermenegildo Zegna) alla Valle Cervo offre una spettacolare balconata sulla Pianura Padana e suggestivi scorci sull’Alta Val Sessera, territorio SIC di notevole interesse naturalistico e geologico.
Parco della Villa Pallavicino (Stresa – VB): La principale attrazione del parco è costituita dalla presenza di oltre 50 specie tra mammiferi e uccelli. Canguri, zebre, daini, lama, alpaca vivono liberi in ampi spazi. Un laghetto ospita cigni, anatre, germani ed altri uccelli acquatici. In bellissime uccelliere vengono allevate varie specie di pappagalli esotici, tucani, calao, fagiani, mentre in gabbie perfettamente ambientate vivono furetti, suricati, volpi del deserto, moffette ecc.
Parco di Palazzo Malingri di Bagnolo (Bagnolo Piemonte – CN):
Il parco, di circa due ettari, ospita alberi secolari, alcuni dei quali alti oltre 40 metri; comprende esemplari monumentali di Pinus nigra, Pinus austriaca, Cedrus deodara, Taxus bacata, e poi metasequoie, faggi, querce, castagni, libocedri, criptomerie che incorniciano due ariosi e vasti prati. Un magnifico Liriodendron tulipifera dà il benvenuto all’ingresso del parco, che in maggio indossa lo smagliante abito giallo di migliaia di tulipani.
Al centro del prato prospicente il palazzo una fontana ellittica, detta “dell’Uomo Verde” (con riferimento ad una favola di cui s’è persa memoria), accoglie pesci e tritoni, mentre una siepe di rose rugose ed un festone di Clematis montana formano quinta lungo un muro affacciato sul paesaggio agricolo.
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