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Ambiente

Testa mozzata di un lupo appesa a un cartello turistico: caccia al bracconiere di Ormea

Redazione Quotidiano Piemontese

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Terribile atto di bracconaggio e intimidazione poche ore fa nei pressi di Ormea, dove è stata ritrovata la testa di un lupo mozzata e appesa a un tabellone dell’ex comunità montana. Un gesto assurdo e segno di assoluta vigliaccheria: il lupo è specie protetta, da pochi anni tornata sulle Alpi risalendo dagli Appennini. Il suo ritorno ha rappresentato la massima conferma di un territorio alpino tornato ad essere intatto e in equilibrio naturale, il che aggiunge valore a tutte le attività economiche di quei territori, spesso in grande difficoltà: il turismo (l’ambiente incontaminato e selvaggio attraggono molti turisti, in particolare stranieri) e le produzioni agricole e casearie (si possono vantare carni e formaggi straordinari perchè vengono da territori incontaminati, altrimenti sarebbero uguali a quelli che provengono da una qualunque stalla vicino a un grande impianto industriale…). La convivenza con la presenza del lupo (limitata comunque a poche decine di capi su tutte le Alpi), ha creato ovviamente difficoltà per gli allevatori (i lupi predano camosci, caprioli, cervi, cinghiali, ma quando capita anche pecore o capre) che ovviamente chiedono di poter difendere il proprio patrimonio. Per questo, nel corso degli anni, oltre a risarcire i danni subìti dagli allevatori, si è lavorato con grande pazienza e dialogo per migliorare l’attività della pastorizia: chi lasciava le bestie abbandonate al pascolo ha dovuto cambiare abitudini e ora i pastori più attenti utilizzano recinti, cani da guardianìa (diversi dai ‘pastori’, servono proprio per la difesa del gregge) e sono presenti all’alpeggio. I problemi non sono cancellati, ma dove si lavora con attenzione la situazione è sensibilmente migliorata. Nonostante ciò, chi specula su paura e ignoranza tenta sempre di fomentare gli animi, anche con allarmi del tutto infondati o senza alcuna prova (spesso vengono attribuiti a lupi quelli che sono attacchi di cani randagi, molto più distruttivi). L’episodio di Ormea in Val Tanaro è frutto di questo clima e, si sospetta, del clima creatosi attorno all’ampliamento prossimo del Parco del Marguareis (in procinto anche di unirsi al Parco delle Alpi Marittime): dovunque nel mondo i Parchi naturali sono occasione di miglioramento della vita e delle attività locali, ma in Italia spesso sorgono difficoltà (salvo poi verificare risultati positivi) per gli interessi di pochi.

Il commissario del Parco del Marguareis, Armando Erbì, così commenta su facebook questo gesto terribile: “Le immagini che, via social network, ci giungono da Ormea non solo fanno rabbrividire ma rappresentano la crudeltà peggiore, vale a dire quella gratuita, usata nei confronti degli animali che, non importa siano essi prede o predatori, per propria natura non possono difendersi.
Appendere il capo mozzato di un lupo alla bacheca della sentieristica che accoglie turisti e visitatori nel centro dell’Alta Valle Tanaro mi riporta alla mente ben altri scenari, che non voglio neppure citare.
Il lupo è una specie protetta e tutelata su tutto il territorio nazionale e sono certo che inquirenti e Forze dell’Ordine individueranno e puniranno gli autori di questo vile gesto. Per quanto mi riguarda, a nome dell’Ente di Gestione del Parco del Marguareis, condanno nella maniera più convinta quella che considero non solo, e non tanto, una provocazione, bensì una vera e propria intimidazione nei confronti di chi – gli amministratori in primis – da anni si impegnano affinché la tutela di flora e di fauna non sia vissuta come un’imposizione dall’alto ma una necessità che nasce dall’amore per la propria terra.
A chi ci vuole riportare indietro nel tempo, a chi vuole scimmiottare sciaguratamente altri contesti, a chi vuole creare un clima intimidatorio, rispondo con le azioni intraprese, a partire dal progetto LIFE Wolfalps, e con la professionalità e l’impegno del nostro personale”.

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