Cronaca
Lavoratrice della Fenice Spa trasferita da Melfi a Chivasso: la sua maternità considerata assenteismo
La storia di Giorgia Calamita, denunciata dalla Fiom di Torino, è una di quelle che fa capire quanti problemi ci siano ancora in Italia per le donne che lavorano e hanno figli. La maternità, non sempre è un cammino semplice e scontato. Giorgia era stata assunta nel 1992 dalla Sata, azienda di Melfi, in provincia di Potenza, prima di passare alla Fenica Spa, presso la Fca di Melfi, ricevendo incarichi e mansioni qualificate e una certa autonomia lavorativa. Una situazione positiva e gratificante.
Di seguito la ricostruzione di quanto accaduto dopo secondo a ricostruzione della Fiom. Nel 2009 era rientrata dalla maternità e, avendo la necessità di accudire due figli piccoli, aveva chiesto all’azienda di poter essere impegnata part time, anzichè a tempo pieno. Permesso accordato, ma con un repentino cambio di ruolo e mansioni, con un lavoro ripetitivo e primo di autonomia: un vero e proprio demansionamento, e il tutto che si svolgeva in un clima sempre più difficile e aggressivo. Nel dicembre 2012 Giorgia ha deciso di parare di affrontare la situazione parlandone con il responsabile dell’unità operativa, il quale però rispondeva: “Non prendo neppure in considerazione la questione delle sue mansioni visto che lei è sempre in maternità! Non può pretendere una diversa mansione visto il suo livello di assenteismo!” (virgolettato da comunicato Fiom). La lavoratrice si è così rivolta alla Consigliera di Parità della Provincia di Potenza, che ha cercato senza fortuna di organizzare un incontro con l’azienda. E intanto, per Giorgia oltre il danno la beffa: trasferita da Melfi alla sede di Chivasso, a oltre mille chilometri di distanza. Questa situazione si sta rivelando improponibile per la donna e sta seriamente compromettendo la sua condizione psico-fisica. Giorgia si è rivolta al Tribunale di Potenza, assistita dalla Fiom Cgil di cui è da sempre attivista.
Sulla vicenda è stata presentata un’interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio e al Ministro del Lavoro firmata da 43 senatrici e senatori di vari gruppi parlamentari. A sostegno delle ragioni dell’operaia di Melfi sono anche intervenute con una nota Livia Turco, Presidente della Fondazione Nilde Iotti, e la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli.
Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese