Il video dell’esercitazione dei vigili del fuoco in cima al grattacielo della Regione

Si tratta di una esercitazione ma lo scenario di intervento è uno di quelli che ti fa venire i brividi sulla schiena se non si è più che preparati e i vigili del fuoco lo sono, ma così in alto e salvare una persona a 230 metri d’altezza è la prima volta. Siamo all’interno del cantiere dove tra pochi mesi sarà terminato il grattacielo della Regione Piemonte ben 205 metri, in costruzione nel quartiere torinese del Lingotto. Bisogna recuperare un operaio che si è sentito male. Il gruista, un operaio specializzato addetto a manovrare le gru, ha iniziato il suo turno del mattino e si trova nella cabina intento a spostare con il braccio meccanico il materiale edile sottostante nei vari punti del cantiere. Ad un certo momento non si sente bene: ha forti dolori al torace e chiede aiuto alla radio.
Le procedure di emergenza partono subito allertando il responsabile della sicura interna, il 118 e il 115. I primi e gli unici a poter intervenire con un soccorso tecnico sono i vigili del fuoco che appena raggiunto l’infortunato lo metteranno immediatamente in sicurezza per poi accompagnarlo in un luogo adatto dove il personale del 118 potrà portagli le giuste cure del caso.

https://www.youtube.com/watch?v=kcYVKd1G0SQ

L’opportunità di addestrare le squadre di intervento in scenari reali e in particolare sul grattacielo della Regione rientra in un progetto dal titolo “Sicurezza partecipata” ideato dall’esperto di sicurezza Giuseppe Amaro. La finalità del progetto è un processo di coinvolgimento che attiva la partecipazione diretta dei lavoratori al fine di aumentare la percezione del rischio e ridurre gli infortuni nei cantieri edili. In questo modo operai, figure tecniche, operatori del soccorso e altri protagonisti del cantiere possono cercare soluzioni innovatine che aiutino a prevenire gli infortuni.
In questa particolare esercitazione sono intervenuti nove vigili del fuoco: cinque sono i componenti della squadra standard, tre sono uomini del nucleo SAF (speleo alpino fluviale) che utilizzano tecniche alpinistiche applicate al soccorso e un funzionario coordinatore. In poco più di un’ora l’intervento è stato portato a termine.

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese