Piemonte
Chiamparino conferma: se il 9 luglio il Tar non avrà deciso, mi dimetto
Il Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, ha confermato in Consiglio regionale quanto detto ieri in direzione Pd, andando addirittura oltre. Chiamparino ha confermato la sua intenzione di dimettersi nel caso in cui il 9 luglio il Tar deciderà che alcune liste che appoggiavano la sua candidatura hanno usato firme false. Ma il presidente della Regione ha anche detto che si dimetterà anche nel caso i cui vedrà che i tempi della giustizia si dilateranno e il 9 luglio non ci fosse una decisione del Tar. Chiamparino ha quindi proposto un patto per andare avanti in maniera fattiva fino a quella data. Temi condivisi, dalle partecipate al bilancio. Ha poi però tenuto a precisare che questa situazione è completamente diversa da quella della legislatura precedente, quando al caso delle firme false si intrecciò anche Rimborsopoli.
Chiamparino ha poi spiegato la sua posizione anche sulla sua pagina facebook
Ho appena spiegato ai colleghi del Consiglio Regionale qual è la mia posizione sulla questione del ricorso contro le presunte firme false: come forse saprete il Tar si è riservato fino al 9 luglio per poter emettere una sentenza sul ricorso, perché attualmente i documenti utili all’analisi sono in mano alla Procura, per un’indagine penale che è disgiunta da quella amministrativa. Non posso accettare, e l’ho detto davanti all’aula e quindi davanti a tutto il Piemonte, che si verifichi di nuovo una situazione già vista, in cui sulla legislatura si allunga l’ombra dell’illegittimità. Intendiamoci, io ribadisco, e con grande nettezza, che la nostra vittoria è politicamente e sostanzialmente inconfutabile, perché dovremmo eliminare più dei 2/3 dei voti che la maggioranza ha preso per poter dire che l’elezione non è valida. E questo fa una grande differenza rispetto a quanto è avvenuto precedentemente. Ma sulla legittimità dell’esito si allunga un’ombra e io non mi voglio nascondere dietro a un dito. Ho quindi proposto un patto al Consiglio regionale, poter condividere una roadmap di priorità per il Piemonte, pur nel rispetto delle eventuali differenze dell’attuale opposizione nell’affrontarla: qualora a luglio non ci fossero certezze sull’esito del ricorso presentato al Tar, questo Consiglio, e se non lo farà il Consiglio lo farà il Presidente, rassegnerà le dimissioni e si andrà ad elezioni. Ho riflettuto anche se dimettermi immediatamente, ma non lo ritengo saggio, perché ci sono troppi fronti aperti, dall’approvazione del bilancio alla riforma sanitaria ai pagamenti arretrati alle imprese, e vogliamo agire responsabilmente di fronte alla comunità piemontese. E poi le dimissioni immediate potrebbero sembrare un gesto di stizza, o addirittura un’anticipazione del giudizio della magistratura, una forzatura impropria che non vogliamo fare. E’ ora che la politica si assuma le proprie responsabilità, ed proprio quello che ho intenzione di fare qualora si andasse verso una nuova situazione di stallo che non gioverebbe a nessuno, ne’ a noi ne’ soprattutto alla comunità piemontese.
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