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Economia

Latte, allarme dei produttori: “Prezzi al limite del sopportabile, tra pochi mesi molti chiuderanno”

Redazione Quotidiano Piemontese

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quote-latteAgrinsieme Latte Piemonte – il coordinamento che riunisce Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative – denuncia le forti difficoltà di cui è vittima il settore della produzione del latte a causa della brusca flessione del prezzo del prodotto alla stalla, ma non per il consumatore, proprio alla vigilia della fine del regime europeo delle quote latte.
La stabilità del prezzo del latte a consumo e la prossima liberalizzazione del settore preannunciano infatti nuove turbolenze di mercato per i prossimi mesi, mentre le aziende agricole del comparto si trovano già in affanno per l’erosione dei ricavi e sono pronte a far sentire la propria voce con iniziative di mobilitazione.
Un litro di latte fresco costa circa 1,65 euro nella grande distribuzione, ma all’allevatore viene pagato intorno ai 35 centesimi. Questo significa che le aziende agricole non riescono più a coprire i costi di produzione, mentre chi vende al pubblico non scalfisce i propri margini di guadagno.
Esaminando l’andamento storico relativo ai prezzi alla stalla e al consumo in Piemonte, emerge che nel 1976 il latte era pagato 165 lire al litro, mentre il prodotto fresco pastorizzato al consumo costava 260 lire: il prezzo della materia prima incideva dunque per il 63,46%.  Nel 1997, il latte alla stalla era pagato circa 700 lire al litro, mentre il prezzo del prodotto fresco pastorizzato al consumo era passato a 2.000 lire al litro: il prezzo della materia prima incideva per il 35%. Oggi la materia prima incide per circa il 21%.
“Chi produce e trasforma è sotto pressione – afferma il presidente di Fedagri Confcooperative, Tommaso Mario Abrate – mentre chi vende riesce ad aumentare i margini di guadagno pagando meno i fornitori. È necessario riequilibrare i rapporti tra gli attori della filiera, per evitare che si arrivi all’abbandono della produzione lattiera, con danni pesantissimi per l’intero sistema agroalimentare”.
“L’agricoltura ha sempre fornito un contributo formidabile al contenimento dell’inflazione – precisa Gian Paolo Coscia, presidente di Confagricoltura Piemonte – riducendo costantemente i costi di produzione e di fatto eliminando ogni margine di redditività. L’industria di trasformazione ha cercato, con successo, di contenere i costi produttivi razionalizzando gli impianti e aggregando le unità produttive, mantenendo e consolidando i suoi margini di redditività. La distribuzione, in particolare quella organizzata, ha aumentato invece in modo considerevole i suoi profitti, recuperando la maggior parte del valore aggiunto. Il calo dei consumi, in particolare nell’ultimo anno, ha infine inciso negativamente sul contesto”.
“I produttori prestano un’attenzione sempre maggiore al miglioramento della qualità, alla sanità degli allevamenti e al benessere animale – aggiunge Lodovico Actis Perinetto, presidente regionale della Cia – ma anche al contenimento dei costi di produzione. Per questo chiediamo all’ente pubblico di svolgere la sua funzione di garante del mercato, evitando la formazione di posizioni dominanti; di potenziare i controlli sull’origine e la qualità delle produzioni, ma anche di controllare il rispetto delle normative in materia di contratti di filiera ai fini dell’utilizzo dei fondi comunitari”. Il prossimo 31 marzo termina definitivamente il regime europeo delle quote latte, fatto che creerà nuove turbolenze sul mercato e ancora una diminuzione dei prezzi per gli agricoltori.
“Un’ulteriore riduzione del prezzo del latte alla stalla determinerà la chiusura di numerosi allevamenti e la conseguente maggiore dipendenza degli approvvigionamenti dall’estero – precisa Tommaso Visca, presidente dell’Associazione Produttori Latte Piemonte – Ma l’abbandono della produzione lattiera ben difficilmente potrà essere rimpiazzato in poco tempo e tutto ciò avverrà a danno dei consumatori”.
In Lombardia sono già previste manifestazioni di protesta il prossimo 18 febbraio, mentre a livello politico, accogliendo la richiesta di Agrinsieme di valutare la creazione di un’interprofessione per il comparto, il ministro Maurizio Martina ha convocato per mercoledì prossimo, 11 febbraio, una riunione con i rappresentanti del mondo agricolo e industriale della filiera lattiero casearia italiana e delle regioni interessate.

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