Alessandria
L’Imu va pagata anche su terreni incolti e improduttivi, ma i sindaci dell’alessandrino non ci stanno
Lo Stato chiede soldi e i Comuni rispondono tassando pure pascoli e pietraie montane. I terreni agricoli, collinari e montani dell’alta val Lemme vanno conteggiati ai fini Imu, pur trattandosi di zone boschive e incolte. Le difficoltà dei vari Comuni, in questo periodo, per far quadrare i conti, nonostante i tagli previsti dal fondo solidarietà, sono tali per cui l’Amministrazione alessandrina, stando così le cose, dovrebbe applicare l’Imu a “macchia d’olio”. A Novi Ligure, ad esempio i proprietari collinari dei vigneti del Gavi docg dalla cui produzione si ricava un reddito devono pagare l’Imu diversamente dal passato visto che il Comune di Gavi era esente. Ma devono pagare anche quei proprietari di aree montane e collinari da cui non si ricava alcun reddito perché incolte, magari da decenni.Insomma, per il solo fatto che esista la proprietà, nonostante sia a reddito zero, tocca versare l’Imu. I sindaci dei Comuni interessati si stanno ribellando a quella che ritengono una contraddizione a cui si aggiunge anche un altro particolare non trascurabile, ovvero l’Imu è da pagare anche in base all’altimetria del municipio stesso. Un palazzo alto oltre 600 metri è esente, mentre per una diversa altezza non lo è. Nell’alessandrino, a quanto pare, sono esenti Carrega, Fraconalto, Fabbrica Curone, Roccaforte, Ponzone, Dernice, Mongiardino. Non lo sono Bosio e Voltaggio, piccole località montane il cui municipio “dispettoso” è al di sotto del limite previsto dalla legge, pertanto la loro tassazione comprende anche i terreni, non solo incolti da anni, ma mai coltivati dei monti Tobbio e Figne.
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