Seguici su

Piemonte

Chiamparino: “Ci metto la faccia: nessun aumento dell’Irap, piuttosto mi dimetto”

Redazione Quotidiano Piemontese

Pubblicato

il

sergiochiamparino“Ci metto la faccia: nessun aumento dell’Irap, fossi costretto piuttosto mi dimetto, e per altri eventuali incrementi di tasse ci sarà un rispetto assoluto degli scaglioni di reddito più bassi”.
Così il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, intervenuto nell’Aula di Palazzo Lascaris durante la comunicazione del vicepresidente della Giunta, Aldo Reschigna, con delega al bilancio, nella seduta del 14 ottobre, sulla difficile situazione della finanza regionale, anche in relazione all’esito del recente giudizio di parificazione della sezione regionale della Corte dei Conti.
“Vogliamo essere una Giunta regionale che pur vivendo una condizione congiunturale molto difficile non vuole subire la situazione, ma affrontarla da protagonista, esercitando un ruolo di governo” ha affermato Reschigna che ha continuato asserendo che l’obiettivo di legislatura è quello di “rendere l’organizzazione dell’ente meno costosa, più semplice, efficace e credibile per poter chiedere al ministero un intervento straordinario senza il quale la nostra Regione non può risollevarsi”.
Il vicepresidente ha snocciolato le cifre della crisi aggiustando i dati rispetto a quanto si è detto in questi giorni. In particolare, in relazione all’esito dell’impugnazione davanti alla Corte Costituzionale da parte della Corte dei conti sezione regionale “che ha interpretato i dati – secondo Reschigna – in modo non coincidente con quanto deliberato da altre sezioni regionale come Veneto e Calabria”, il titolare del Bilancio ha spiegato la necessità “dell’intervento del Governo non potendosi attendere i tempi della decisione della Consulta. Risolvere il nodo del decreto legge 35/2013 sui debiti delle Regioni è necessario per poter calcolare il deficit. Se tale questione viene risolta l’ammontare del disavanzo oscillerebbe tra i 2 e i 2,5 miliardi di euro, comprensiva dei 750 milioni derivanti dalla ricognizione straordinaria sui residui attivi e passivi e i 770 milioni di reimpostazioni. In caso contrario lo somma si potrebbe alzare in modo consistente e potrebbe addirittura avvicinarsi ai 9 miliardi”.
Reschigna nella sua lunga relazione ha manifestato comunque la volontà di un atteggiamento attivo della Regione per consentire all’economia di ripartire e per tutelare il sociale. Ha anche ribadito più volte come la macchina regionale dovrebbe essere snellita, le sedi accorpate, in riferimento anche alle partecipate, in immobili di proprietà o in comodato gratuito, potendosi vendere gli edifici di proprietà se non di particolare importanza architettonica, artistica e storica. Tutto senza intaccare ma, anzi, aumentandone l’efficienza dell’ente”.
Numerosi gli interventi dei consiglieri appartenenti a tutti i gruppi.
Le opposizioni hanno fatto sentire la loro voce con il capogruppo di Forza Italia, Gilberto Pichetto secondo il quale “sul sistema di contabilizzazione in sede di Corte dei Conti c’è un problema nazionale e il presidente Chiamparino ne è investito come presidente delle Regioni, una questione da trattare anche con l’Unione europea. Il ministero Economia sosteneva le nostre tesi, il debito partito da 6 miliardi e 700 nel 2004 (tra commerciale e finanziario) è arrivato a 13,9 nel 2010, e si è stabilizzato sulla cifra di 14 miliardi, compreso il debito delle Asl. Avessimo avuto gli stessi trasferimenti degli anni 2005 e 2006 non saremmo in questa situazione. La Regione ha un debito strutturale, con uscite superiori alle entrate. Primo anno di inversione è stato il 2013, la Giunta di centrodestra ha conseguito il pareggio in parte corrente del bilancio”.
L’opposizione del Movimento 5 Stelle è intervenuta con il capogruppo Giorgio Bertola affermando che, “i cittadini piemontesi non se la passano bene e con le misure proposte staranno peggio. Non è chiaro quale sia il risultato delle misure illustrate, quanto si pensa di ottenere dalle alienazione degli immobili, se si istituirà un fondo immobiliare, considerato che il mercato immobiliare è fermo. Noi siamo qui per fare nostra parte, aperti al confronto democratico ma senza liquidare così facilmente il passato. La responsabilità del disastro è di tutte le forze politiche che hanno governato la Regione negli ultimi 15 anni. Siamo favorevoli ad ogni iniziativa che porti a una riduzione dei costi che non sia di facciata. Ma non ci sono solo gli stipendi dei consiglieri regionali, ma 8 milioni di euro sono spesi per i vitalizi. Ci sono consiglieri che hanno fatto 5 anni e percepiscono 3.100 euro al mese mentre noi parliamo di sacrifici per i piemontesi”.

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese