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Cronaca

Scandalo Finpiemonte infinito: la Corte dei Conti chiede la restituzione dei finanziamenti selvaggi

Esisteva una commissione, fondata tanto da funzionari della Regione quanto da consulenti esterni, che aveva il compito di vagliare le richieste di finanziamento

Redazione Quotidiano Piemontese

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TORINO – Lo scandalo Finpiemonte, con l’inchiesta iniziata nel 2011, riserva nuovi capitoli e colpi di scena. L’ultimo vede l’ingresso della Corte dei Conti: perchè? Esisteva una commissione, fondata tanto da funzionari della Regione quanto da consulenti esterni, che aveva il compito di vagliare le richieste di finanziamento pervenute per progetti che riguardassero in qualche modo la promozione del turismo in Piemonte, in gran parte legate a portali internet dedicati. Ebbene, non solo i consulenti erano generosissimamente retribuiti, ma i controlli quasi non c’erano, o erano comunque molto lassi e pure pilotati, concedendo soldi praticamente a tutti. Caso eclatante: finanziamento a una discoteca per un sito in cui si facevano le prenotazioni per il locale. Ma ci sono anche altre pagine internet completamente ferme, statiche, pressochè inesistenti o comunque inutilizzate e inutilizzabili, altre ancora identiche le une alle altre, “fotocopiate” come dice il gip Raffaelli.

La Corte dei Conti chiede pertanto il risarcimento a chi avrebbe dovuto verificare l’attendibilità delle domande, cioè ai membri della commissione, i quali peraltro erano “privi di precise e specifiche competenze tecnico-valutative”. I quattro consulenti esterni avevano ricevuto ciascuno dai 114 ai 133mila euro; dovranno restituire l’80% delle cifre incassate. E alla restituzione sono chiamati anche e soprattutto tutti coloro che avevano beneficiato dei finanziamenti selvaggi: si parla di milioni di euro (finora ne sono stati recuperati due). Il denaro così recuperato è stato finora utilizzato per l’acquisto di attrezzature ospedaliere. Sono 19 gli imputati in questi giorni alla sbarra, tra cui il principale imputato F.M., ma in elenco si trova pure il nome di un uomo già noto per omicidio in quanto partecipò all’annegamento dell’uomo di origine marocchina ai Murazzi, nel 1999, venendo condannato a 9 anni e 4 mesi di reclusione.

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