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Cronaca

“Impossibile prevedere l’infarto”: il Martini prova a spiegare il decesso dell’uomo visitato solo due ore dopo l’arrivo in Pronto Soccorso

Redazione Quotidiano Piemontese

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ospedale-martini“Non è stata colpa nostra, non potevamo farci niente”. Questa, in sintesi, la nota tecnica che la direzione sanitaria dell’ospedale Martini ha emesso ieri in relazione al decesso avvenuto il 19 luglio di un uomo, giudicato “codice verde” e morto poi tre ore dopo per una crisi cardiaca. “Il paziente è andato incontro a un quadro di dissociazione elettromeccanica non prevedibile e in assenza di elementi elettrocardiografici di sospetto all’ingresso”, vale a dire che i medici del pronto soccorso non potevano prevedere l’infarto che avrebbe colpito l’uomo di lì a poco. La moglie, che ha presentato denuncia per “imperizia e negligenza”, non si spiega però perché la prima visita sia avvenuta solo due ore dopo l’ingresso in Pronto Soccorso, nonostante fosse una giornata senza particolari emergenze o code: la figlia della vittima ha infatti testimoniato che in sala d’attesa vi erano solo otto persone. L’ospedale spiega anche che “L’evento acuto di improvvisa dispnea grave con desaturazione che si è presentato circa mezz’ora dopo la visita internistica è stato prontamente trattato con manovre di rianimazione cardio-polmonare dall’internista, dal cardiologo e dall’anestesista rianimatore”.
I famigliari dell’uomo hanno presentato denuncia il 9 settembre, esasperati per l’attesa del referto dell’autopsia, non ancora portata a termine. Il direttore sanitario dell’Asl To1, Paolo Simone, ha assicurato che accelererà le procedure e, contestualmente, aprirà un’indagine interna “per ricostruire la vicenda nei dettagli”.

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