Lavoro
A Firenze va in scena il primo sciopero dei dipendenti Eataly: ”Farinetti squalo capitalista”
Striscioni di protesta sulle eleganti vetrine, lavoratori in strada davanti agli ingressi, che fanno sapere ai clienti che “Il padrone di questo posto è uno schiavista”, o uno “squalo capitalista”: non è proprio l’immagine che Oscar Farinetti ha cercato di creare intorno alla sua Eataly, il colosso piemontese della ristorazione di qualità. Ma è quanto accaduto oggi all’esterno del locale di Firenze, in via dei Martelli. Si tratta del primo, vero sciopero dei dipendenti della catena, e viste le premesse è facile immaginare non sarà l’ultimo.
Da cosa nasce la rabbia degli scioperanti? Eataly sarebbe prossima a effettuare dei grossi tagli sul personale: tutti i ragazzi assunti con varie forme di precariato, cui sarebbero state paventate assunzioni a vario titolo, saranno invece “tagliati”; nel caso di Firenze, in realtà, finirebbero per strada addirittura la metà degli assunti dall’apertura del negozio (dicembre 2013, col sindaco Renzi in prima fila; quelli che Maurizio Crozza chiama “Fratelli di Eataly”). Ma non è tutto: i Cobas parlano di orari estenuanti, di turni di lavoro comunicati la sera per il giorno seguente, di un “clima di terrore” che regna sovrano e della mancanza di qualsiasi rappresentanza sindacale.
Il figlio del fondatore, Francesco, scarica l’iniziativa di protesta su un unico dipendente, licenziato, il quale aveva visto (e fotografato) casualmente un biglietto con il proprio nome e accanto la scritta “out”. Ma gli scioperanti replicano che la loro mobilitazione è partita mesi prima di quell’isolato evento. “Non abbiamo mai avuto modo di parlare con nessuno, ci danno mezzo litro d’acqua al giorno ma anche questo ce lo fanno sapere con messaggi in bacheca”, e i licenziamenti sarebbero anche quelli avvenuti dall’oggi al domani. Intanto, Eataly sta per sbarcare a Londra.
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