Politica
Fassino a Gtt: ”Mai più chiusura anticipata della metro, Torino ormai non è quella di 15 anni fa”
“Torino non sta mai ferma” (o “Torino always on the move”, per darsi un tocco di internazionalità) era uno degli slogan di maggior successo partorito negli scorsi anni dall’amministrazione comunale della città olimpica. Parole quanto mai in controtendenza con certi provvedimenti varati da GTT, quali la chiusura settimanale della tranvia Sassi-Superga (uno dei servizi a maggior vocazione turistica), o soprattutto gli orari ridotti della metropolitana nel cuore di agosto. Un’abitudine, quest’ultima, che non è piaciuta al sindaco Fassino, il quale – per quanto a cose ormai fatte, visto che oggi si torna alla normalità, anzichè preventivamente – ha sbottato contro la partecipata dei trasporti.
“Continuiamo a tagliare le corse dei mezzi pubblici come si faceva 15 anni fa”, ha dichiarato senza mezzi termini, “quando la città non è più quella di allora”. Il riferimento del primo cittadino è al fatto che quest’estate ha visto Torino popolata come non mai; non solo di turisti (comunque numerosi), ma di residenti. Quasi 700000 su 900000 vuol dire un capoluogo quasi in piena attività, ma trasmette una sensazione opposta quella chiusura della metro alle 21:30; “C’è una riduzione di flussi nella settimane centrale”, aveva dichiarato il presidente Ceresa. Falso, lo dicono i numeri: 60000 utenti lo scorso anno, nonostante eventi quale i World Master Games, 75000 quest’anno.
Sul 2015, con le ricadute dell’Expo milanese, “puntiamo molto”, dice Fassino; “per cui tutti, privati, musei, negozi, trasporti, dovranno restare aperti e accogliere al meglio chi verrà a visitarci. Siamo un’attrazione turistica consolidata, lo confermano le statistiche relative alle presenze negli alberghi e agli afflussi presso i musei, ma non possiamo poi cascare in questo modo su una questione così semplice”. E il pensiero va proprio a Milano, dove nel mese tradizionale (un tempo) delle ferie la metropolitana non cambia orari, ma riduce semplicemente le frequenze dei passaggi. “Il messaggio dev’essere chiaro”, chiude il sindaco: “chi resta a Torino, o il turista che la sceglie, deve trovare una città in piena attività”. Addio, orario ridotto.
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