Cronaca
La crisi non è finita: in sei mesi 1.200 imprese in meno in Piemonte, 500 solo a Torino
La crisi è finita, sentiamo ripetere da più parti o almeno ha rallentato a tal punto che possiamo tirare un sospiro di sollievo, ma l’onda lunga della flessione economica non cessa di far sentire i suoi effetti. Nei primi sei mesi del 2014 in Piemonte mancano all’appello 1.200 imprese, sparite, chiuse, fallite. 500 solo a Torino e, se il trend non verrà invertito, secondo l’Osservatorio Confesercenti, a fine anno si conteranno 2.500 attività commerciali in meno. Numeri che cozzano con il pur minimo aumento delle nuove imprese nate in questi ultimi mesi rispetto allo stesso periodo del 2013, ma a preoccupare è il saldo tra nate e morte, sempre in negativo e con la forbice che si allarga. I settori più colpiti sono quello degli agenti di commercio, vitali per ogni tipo di economia, i pubblici esercizi, i distributori di benzina e l’ambulantato. Proprio i banchi del mercato rappresentano una delle voci che sta sparendo molto in fretta: in sei mesi hanno lasciato vuota la propria postazione ben 105 banchi del mercato, di cui 44 solo a Torino, con aprile mese più drammatico con 87 chiusure totali e 34 nel capoluogo.
Resiste l’ortofrutta che segna un discreto +17% di aperture, ma, secondo Confesercenti, non ci si deve far ingannare, dato che il dato è positivo solamente grazie alla conversione di alcuni ambulanti che hanno preferito stabilirsi in un negozio fisso. Infine, i commercianti speravano nei saldi, ma l’ipotizzata boccata d’0ssigeno non è arrivata e, al momento, in molti hanno come obiettivo minimo la conferma delle vendite del 2013, anno giudicato comunque non soddisfacente.
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