Piemonte
Le missioni del passato della Regione Piemonte a Buenos Aires, Minsk e Ekaterinburg, in Nicaragua
In un articolo di Stefano Feltri e Carlo Tecce pubblicato su Il Fatto Quotidiano del 13 luglio 2014 dal titolo Banche e interessi canaglia, regioni sedi e spese pazze si racconta le storie di centinaia di uffici regionali nel mondo e di una giungla di sprechi che ha coinvolto anche in passato la Regione Piemonte :
Questa è la parola magica: missione. Spesso, durante l’anno, leggerete o sentirete che il governatore parte in missione: Sud America, Stati Uniti, Vietnam o India, non importa. La missione non è segreta: è un po’ impossibile e un po’ inspiegabile. Quando a Cottarelli hanno riferito che la Puglia ha un ufficio a Tirana (lo volle Raffaele Fitto) e il Piemonte a Buenos Aires (per questioni di emigrazioni) e in Nicaragua, non ci voleva credere. E il gruppo del Tesoro gli ha replicato sommessamente: questi sono soltanto due minuscoli esempi.
Restiamo a Torino. Che rapporto storico ha la metropoli sotto le Alpi e la gelida Minsk in Bielorussia? Neppure quello climatico. Ma la Regione Piemonte, da anni, attraversa il continente per esportare la “piemontesità” a Minsk: prima il carnevale di Ivrea, poi per partecipare alla fiera del turismo. Ekaterinburg, vi suona familiare? È una metropoli russa, provincia di Oblast’ di Sverdlovsk, Urali centrali. Il polo industriale di Ekaterinburg ha attratto tre regioni: Piemonte, Liguria e Marche. Viaggi, referenti, corrispondenze.
In riferimento all’articolo la Regione Piemonte precisa
di non aver mai avuto e non ha alcun ufficio proprio nè a Buenos Aires nè in Nicaragua, dove invece sono stati attivati degli accordi di collaborazione con le locali camere di commercio per favorire le attività estere degli imprenditori piemontesi o monitorare progetti in corso. Attualmente la sola presenza istituzionale della Regione Piemonte all’estero è la sede di Bruxelles, risultato di un investimento immobiliare il cui bilancio è complessivamente in pareggio. Si precisa inoltre che il monitoraggio del ministero degli Esteri cui fa riferimento l’articolo, datato 2010, era già allora superato e imperfetto.
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