Ambiente
Raccolta differenziata Calano i “comuni ricicloni” in Piemonte, Torino in stallo mentre Milano galoppa
Sono stati consegnati oggi a Roma i premi della XXI edizione di “Comuni Ricicloni”, l’iniziativa che premia le comunità locali, amministratori e cittadini, che hanno ottenuto i migliori risultati nella gestione dei rifiuti. Il 16,4% dei comuni italiani, per un totale di 7,8 milioni di cittadini, ha raggiunto l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata alimentando così l’industria del riciclo e la Green Economy che oggi conta 150 mila posti di lavoro. In Piemonte sono 163 i Comuni Ricicloni di quest’anno, il 13,5% del totale, in diminuzione del 1,2% rispetto al 2013 che contava 15 comuni in più che raggiungevano il 65% di RD.
“Le esperienze dei tanti comuni che hanno raggiunto la quota prevista dalla legge sono da prendere ad esempio perché nel futuro sempre maggiori siano le amministrazioni virtuose nella raccolta e nel riciclo dei rifiuti – dichiara Fabio Dovana, presidente Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta -. I 13 comuni ‘Rifiuti free’ piemontesi, dove cioè la popolazione riduce e ricicla più del 90% dei rifiuti che si producono mediamente per ogni cittadino, dimostrano chiaramente che è possibile trasformare una vergogna in una eccellenza nazionale, anche nel ciclo dei prodotti e dei rifiuti”.
Sono tre le classifiche regionali costruite attraverso un indice di buona gestione dei rifiuti urbani, dedicate rispettivamente ai capoluoghi di provincia, ai comuni sopra e sotto i 10.000 abitanti. Il Piemonte mantiene il primato di unica regione ad avere due capoluoghi ricicloni: Novara, prima nella classifica regionale a cui va anche il “Premio ANCI”, e Verbania, rispettivamente con il 70,7% e 72,3% di raccolta differenziata. Verbania quest’anno si aggiudica anche il riconoscimento del consorzio Rilegno come comune sopra i 10.000 abitanti con la miglior raccolta degli imballaggi in legno: ben 1.046 tonnellate, pari a circa 35 kg pro capite intercettate anche grazie alla raccolta a domicilio per le grandi utenze. Degni di menzione anche Borgo San Dalmazzo (CN), tra i vincitori del premio CDC RAEE per la migliore raccolta di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche, Saluzzo (CN) per il premio COMIECO per la raccolta di carta e cartone, e Costigliole d’Asti per il premio FATER per la migliore raccolta di pannolini per bambini e ausili per l’incontinenza.
E’ invece un podio tutto astigiano quello dei piccoli comuni ricicloni con meno di 10.000 abitanti: il Comune di Belveglio con quasi l’80% di raccolta differenziata si aggiudica la prima posizione in classifica seguito da Valfenera e Vigliano d’Asti. I tre comuni sono stati segnalati anche come “Rifiuti Free”, eccellenza nell’eccellezza, perché sono riusciti ad avere una produzione pro-capite di frazione secca indifferenziata inferiore a 75 kg all’anno. Gli altri comuni “Rifiuti Free” sul territorio piemontese sono Chiusa di Pesio (CN), Vaglio Serra (AT), Azzano d’Asti (AT), Vinchio (AT), Magliano Alpi (CN), Pino Torinese (TO), Cantarana (AT), Revigliasco d’Asti (AT), Castagnole delle Lanze (AT) e Frinco (AT). Praticamente tutti grazie all’applicazione di un sistema di tariffazione puntuale dei rifiuti prodotti.
Nella classifica dei comuni con più di 10.000 abitanti che hanno raggiunto l’obiettivo del 65% spicca Poirino, in provincia di Torino, con il 75% di raccolta differenziata, seguita da Carmagnola (TO) e Piossasco (TO) che superano entrambe il 70%. Un’ottima notizia per la provincia del capoluogo piemontese che invece si merita un monito: Torino da tempo ha superato il 50% di raccolta differenziata, ma esclusivamente nella metà della città dove esiste la raccolta porta a porta. Il cambiamento virtuoso per il capoluogo, iniziato dai quartieri periferici, si è infatti fermato confermando l’impressione di stallo delle grandi città. Eccezion fatta per Milano che si aggiudica una menzione speciale per aver superato il 50% di RD nei primi mesi del 2014.
L’Italia virtuosa del semestre italiano dovrebbe, secondo l’associazione ambientalista, da quest’anno avere una riduzione della Tari per le famiglie, in proporzione ai rifiuti prodotti, in tutti i comuni e confermare la tassa sulla discarica (+20% della tariffa) ai comuni che non raggiungono gli obiettivi di legge. Con la normativa ancora oggi vigente, infatti, dal 1 gennaio 2013 tutti i Comuni che non hanno raggiunto il 65% di differenziata pagano un’addizionale del 20% al tributo di conferimento in discarica. Le disposizioni previste dal collegato ambientale alla Legge di Stabilità in discussione in Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, posticiperebbero invece gli obiettivi del decreto legislativo 152 del 2006: la multa verrebbe pagata solo a partire dal 2015 dai Comuni che non avranno raggiunto il 35% di differenziata nell’anno precedente, nel 2017 sarebbero coinvolti i Comuni che non avranno raggiunto l’obiettivo del 45% nell’anno precedente e nel 2021 quelli che non avranno raggiunto l’obiettivo del 65% nell’anno precedente.
“Un provvedimento di questo tipo rappresenta un ingiustificato condono a chi ancora non si è attivato per una corretta gestione dei rifiuti -dichiara Francesca Gramegna, direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-, un disincentivo ad impegnarsi su questo fronte per i prossimi anni e una beffa per chi ha dimostrato come l’obiettivo del 65% fosse raggiungibile. Questa proposta è in netto contrasto con la costruzione di un vicino futuro sempre più sostenibile. Il rischio –continua Gramegna– è che si taglino le gambe a percorsi virtuosi come quello che abbiamo avviato insieme ai comuni della Valsusa e della Val Sangone per realizzare un eco-distretto in grado di valorizzare il territorio attraverso pratiche virtuose anche nella gestione dei rifiuti e la collaborazione tra le singole amministrazioni comunali, in un’ottica di gestione del territorio nel suo insieme”.
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