Alessandria
Guai per la Borsalino: accusa di frode e sequestri milionari sul cappello più famoso del mondo
Una pessima mattinata per le eccellenze piemontesi nel mondo: prima la certificazione della parola “fine” sulla storia di Bertone, ora le brutte acque in cui è piombato un marchio di ineguagliabile prestigio come Borsalino. Sull’azienda, fondata ad Alessandria nel 1857, gravano accuse (segnatamente sul sull’amministratore unico Roberto Gallo) infamanti: frode fiscale. Si tratterebbe, nei fatti, della cessione dei marchi per 16 milioni di euro, cui corrisponderebbe copertura creditizia per soli 11 milioni, riducendo così l’Iva (da 3,2 a 2,2 milioni di euro). Inoltre, ingente sarebbe la differenza tra l’attivo dichiarato e quello reale: 14,3 milioni.
La difesa parla di legittime operazioni volte al contenimento dei costi; diversamente la pensa il pm Giancarlo Vona. E intanto c’è il sequestro esecutivo di beni per 2 milioni di euro. L’udienza presso il gup si terrà il 19 settembre, e se poi si decidesse per il rinvio a giudizio verrebbe comprensibilmente sporcata l’immagine dell’azienda, e del cappello di feltro che – inventato 150 anni fa da Giuseppe Borsalino – è stato utilizzato dalle più grandi star della storia del cinema e della musica, come testimoniato ampiamente nel museo Borsalino aperto nel 2006, tanto che “borsalino” è diventato un termine presente sui dizionari, non più solo un nome proprio.
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