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Cronaca

Omicidio Musy, riprende in Corte d’Assise a Torino il processo contro Furchì

Redazione Quotidiano Piemontese

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alberto_musyCon la testimonianza del medico legale Luca Taiana, dell’università di Varese, è ripreso in corte d’assise a Torino il processo per l’omicidio del consigliere comunale Alberto Musy, di cui è chiamato a rispondere Francesco Furchì, un uomo definito dalla pubblica accusa “un rancoroso faccendiere spinto dalla vendetta per non avere ottenuto aiuti dalla vittima”. Taiana ha ribadito che a portare Musy alla morte, dopo 19 mesi di coma provocati da un colpo di pistola di striscio alla scatola cranica, fu una “virulenta broncopolmonite” che, a causa dello “stato vegetativo” del paziente e dell’abbassamento delle difese immunitarie, “non fu possibile risolvere con le normali terapie”. Il nuovo difensore di Furchì, l’avvocato Gaetano Pecorella, ha rivolto delle domande per capire se la clinica del Torinese in cui Musy era ricoverato fosse attrezzata per affrontare emergenze di quel tipo.
Nell’udienza è stato anche affrontato il tema delle indagini: sono state analizzate tutte le possibili piste? E Alberto Mitola, il capo della Squadra Omicidi della Qustura di Torino, ha spiegato che dalle polemiche su Murazzi a quelle sul Tav, senza tralasciare le traversie societarie del consorzio pubblico Csea e persino la cessione di Alpitour, tutto fu analizzato con attenzione. Ci fu l’audizione sommaria di 386 persone nel corso dei mesia
I difensori di Furchì hanno lamentato l’assenza, nel fascicolo processuale, di tutti gli atti relativi alle indagini della polizia. “Non volevo – ha spiegato il pm Roberto Furlan – creare della pubblicità nei confronti delle tantissime persone su cui vennero svolti accertamenti. Il codice mi permette di selezionare il materiale”. L’avvocato Gaetano Pecorella ha rimesso “alla cortesia del pm” la possibilità di visionare le carte che sono contenute in un fascicolo contro ignoti dedicato formalmente all’eventualità che Furchì abbia avuto dei complici.

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