Cultura
A Reano da oggi in mostra gli incredibili capolavori del ‘500 riscoperti e restaurati
Un paese di 1600 anime quale Reano, placidamente poggiato sulle colline moreniche all’imbocco della Val Sangone, non poteva certo immaginare di possedere un tesoro artistico inestimabile, e per di più proveniente da lontano; eppure, Arabella Cifani e Franco Monetti se ne accorsero, nel 1997, andando con il loro sguardo esperto al di là della penombra polverosa che l’avvolgeva all’interno della parrocchia di San Giorgio. Si tratta di sette tele cinquecentesche opera di allievi del Bronzino, tanto importanti per la storia dell’arte da aver dato un contributo decisivo – una volta riscoperti – a spiegare la fine del manierismo toscano; sono considerate, a livello internazionale, uno dei più importanti cicli mariani rinascimentali.
I quadri vennero commissionati dalla potente famiglia fiorentina degli Acciaioli; quando questi caddero in disgrazia, furono acquistati dal vescovo di Pisa, della famiglia Cisterna. Quando questa si trasferì a Torino, nel palazzo che tutt’ora ne porta il nome, li portò con se. Da qui finirono a Reano (meno una, che si perse: erano otto), dove oggi, dopo il lungo restauro operato a Venaria, viene inaugurato il piccolo museo che li ospiterà , tra la cappella della Pietà e la chiesa di San Giorgio.
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