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Cronaca

“I genitori non vogliono gli stranieri in classe, mi dimetto”: lettera aperta del preside di Dronero

Redazione Quotidiano Piemontese

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G_612c188174“Mentre si proponevano a me e a Voi come i salvatori disinteressati della scuola di Dronero, alcuni organizzatori iscrivevano i proprî figli in altri Comuni, addirittura in altri Istituti, e soprattutto avviavano un’opera sistematica di distruzione della reputazione del plesso di Piazza Marconi”. Non le manda a dire Graziano Isaia, 37 anni e più giovane dirigente scolastico del Piemonte. In qualità di preside della scuola elementare in questione, ha pubblicato una lettera aperta sul sito della direzione didattica di Dronero in cui spiega i retroscena della sua annunciata assenza alla marcia per raccogliere fondi per le scuole del paese.

Tra questi organizzatori c’è anche chi, nei mesi, ha messo in dubbio la mia onestà, le mie capacità professionali e la mia disponibilità al dialogo: mi ha calunniato con costanza e senza vergogna, augurandosi pubblicamente che io venissi cacciato dall’Istituto. In questo desiderio la sorte l’ha poi accontentato… (Isaia si è dimesso dall’icnarico, con decorrenza dal 31 agosto, ndr) ma resta nei miei pensieri più tristi quell’atteggiamento devastatore e tutt’altro che intelligente. Come potrei marciare al loro fianco facendo finta di niente?

L’oggetto del contendere riguarda principalmente alcuni genitori, rei di aver ritirato i propri figli dalla scuola per la presenza di troppi immigrati: a settembre, l’elementare di piazza Marconi avrà solo una prima di 14 alunni, 12 dei quali stranieri.

In Piazza Marconi c’è lo sporco, il fastidio, il peso morto, la puzza, l’ignoranza scimmiesca. Con questi usurpatori del suolo natio chi si sente superiore non si vuole mescolare: è terrorizzato di essere contagiato e di tornare così ad uno stadio primitivo. Quanta ottusità, eh? Non negli “Altri”, bensì in quelli che mirano alla purezza del sangue e della pelle. Costoro non hanno memoria delle oppressioni umilianti che noi stessi Italiani abbiamo subìto, perché equiparati alle bestie, quando eravamo emigranti. Costoro non hanno consapevolezza che certe dinamiche storiche sono inevitabili ed inarrestabili, e se qualcuno fugge da guerre, persecuzioni e carestie, qualcun altro, nello stesso mondo, magari professante il Vangelo, non può che aprirgli la porta. Se alzerà dei muri, lo scontro sarà cruento e lungo. Se lo straniero si comporterà male, non ci saranno sconti, ma fino ad allora sarà un fratello in difficoltà.

 

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