Cronaca
Apre Gucci, ritorna il Cambio: la Torino del lusso prende forma
Sarà un centro storico sempre più avvolto nel lusso. Il progetto di Fassino di trasformare il salotto buono di Torino in una reggia dei grandi marchi continua a prendere piede. Nell’attesa che Prada alzi il sipario sul suo mega store, sabato aprirà in via Roma la boutique di Gucci. Sarà un’anteprima, dato che l’inaugurazione vera e propria, con tanto di red carpet è programmata per l’8 aprile, ma sarà la prima occasione per i torinesi di ammirare le borse e gli accessori della doppia G. Via Roma accrescerà dunque il proprio status commerciale e, tra un Salvatore Ferragamo, un Hermès e lo shop della Mont-Blanc, si aspetta anche l’apertura del brand Michael Kors e, con molta curiosità e qualche preoccupazione, la chiusura della strada nel tratto verso piazza Castello deliberata nei giorni scorsi e prevista, in maniera sperimentale, tra il 25 aprile ed il 1° maggio.
È un rinnovamento di alta classe quello che coinvolge il centro di Torino e un altro indizio della direzione presa è la riapertura dello storico ristorante del “Cambio”. Presentato ieri dal nuovo proprietario Michele De Negri, 45 anni, sarà un mix di passato sabaudo, atmosfere newyorkesi e sapori enologici pregiati.
“La cosa importante è che Torino ha di nuovo il Cambio”, afferma sorridendo lo chef Matteo Baronetto. “Questa è una città in cui si mangia bene, ma questo ristorante sarà qualcosa di più”. Le promesse sono intriganti: il nuovo Cambio, aperto al pubblico a partire dal 14 aprile, saprà riportare in città la tradizione culinaria di alto livello tipica della sua storia, ma sarà molto importante ciò che sorgerà sopra e sotto di esso. Al primo piano, infatti, è stato interamente rimodernato un cocktail bar nuovo di zecca, il bar Cavour, luogo fuori dal tempo e dallo spazio che conquisterà i torinesi con raffinati bartender e una cucina diversa ed autonoma rispetto a quella del ristorante, aperta fino a mezzanotte.
Ci sarà anche la cantina, una volta un must del Cambio, sotterranei in cui generazioni di sommeiller o semplici appassionati hanno assaporato aromi di uve provenienti da tutto il mondo. Dopo il fallimento della vecchia gestione, la cantina è stata completamente ricostruita da Fabio Gallo, esperto enologo, che ha scovato bottiglie dimenticate dei vini più rinomati nelle cantine di anziane madame torinesi.
Ci sono patrimoni incredibili. Alla fine abbiamo messo insieme 25 annate di Chateau d’Yquem, un Marsala del 1840 e tantissime bottiglie straordinarie.
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