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Cultura

Ken Loach al piccolo Cinema di Torino

Redazione Quotidiano Piemontese

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1530429_221960121337501_1815653408_n“Ken Loach sarà presente al Piccolo Cinema” si legge in neretto e scritto ben grande sul sito del nuovo spazio che i fratelli De Serio hanno voluto aprire nel loro quartiere la Falchera, qui a Torino in via Cavagnolo 7.
Un bel colpaccio, ci viene da pensare. Il pluripremiato regista britannico Loach che a Torino suscitò aspre polemiche per la sua decisione di non ritirare il premio alla carriera al TFF di due anni fa sarà presente e incontrerà il pubblico alla proiezione del suo secondo film in carriera dal titolo KES, uscito nel 1969 e presentato un anno dopo alla Settimana Internazionale della Critica del 23° Festival di Cannes. La pellicola narra la storia di un ragazzino che vive con la madre e il fratellastro in un quartiere periferico di una città industriale del Nord dell’Inghilterra. Tratto dal romanzo “A Kestrel for a Knave” di Barry Hines. Nel 1971 Colin Welland e David Bradley vincono il premio BAFTA rispettivamente come miglior attore non protagonista e come miglior attore debuttante.

Guarda caso però, questo martedì è il primo giorno del quarto mese dell’anno.
Noi giornalisti amiamo questo giorno perché sappiamo prenderci in giro e sorridere sulle fonti, anche perché non potremmo fare diversamente, visto i migliaia di scoop urlati ai quattro venti che dopo poche ore si riveleranno dei flop.
Ma a Gianluca, Massimiliano e a tutti i ragazzi che credono nel progetto di un luogo aperto a discussioni, di un laboratorio di immagini, di un atelier di idee vogliamo crederci o quanto meno sognare con loro che questa sera a prendere una birra e vedere un film ci sia anche lui, l’amico Ken.

Non solo questa sera, ma tutti i martedì verso le ore 21 con ingresso gratuito, “il piccolo Cinema società di mutuo soccorso cinematografico” apre le porte dei locali della VI circoscrizione per proiettare film e creare un’atmosfera di convivialità e discussione. Una sorta di Picture House. Loro amano definirlo una scuola di cinema senza scuola, senza docenti, senza allievi. L’aggettivo “piccolo” sottolinea la dimensione domestica e amichevole dello spazio.

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