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Ambiente

Il Coordinamento No Inceneritore Rifiuti Zero: nel primo anno di funzionamento al Gerbido c’è stata una media di 1 incidente e 1 sforamento al mese

Redazione Quotidiano Piemontese

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no-inceneritore-grugliascoDopo la pubblicazione dei dati da parte di Trm che sostengono  le misurazioni delle emissioni di diossine,furani, IPA e metalli sono nettamente inferiori ai limiti di legge il Coordinamento No Inceneritore Rifiuti Zero Torino ha inviato una nota in cui si precisa che

– Dall’accensione della prima linea dell’inceneritore (16 aprile 2013), ad oggi, pur essendo previste dalla normativa delle analisi trimestrali di tali inquinanti, sono state effettuate solo due sessioni (ottobre-gennaio)

– Le sessioni di monitoraggio verificano un arco temporale di emissione di tali inquinanti massimo di 8 ore su un periodo di funzionamento che va ben oltre le 2000 ore trimestrali

– Nell’autorizzazione ambientale rilasciata a TRM è previsto che, mensilmente, TRM effettui delle analisi di tali inquinanti in modo tale da avere un controllo, su queste emissioni cancerogene, maggiormente indicativo. Ad oggi non si ha nessuna evidenza di tali analisi che meglio avrebbero potuto confermare il rispetto dei limiti da parte dell’impianto.

– Funziona tutto così bene nell’impianto che è ormai certo il prolungamento del periodo di esercizio provvisorio come minimo di altri 3 mesi.

Vorremmo inoltre evidenziare che, in questo primo anno solare di funzionamento in esercizio provvisorio dell’impianto, si è mantenuta una media pressoché costante di 1 incidente al mese e di almeno uno sforamento al mese per linea (con punte di 5), dei limiti giornalieri previsti (che ricordiamo durante l’esercizio provvisorio sono molto più permissivi, doppi, dei limiti previsti a regime). Per non dilungarci sugli sforamenti semiorari, centinaia, che hanno messo in “pericolo” anche il limite massimo delle 60 ore annuali di sforamenti permessi.

Inoltre tali sforamenti si uniscono, nel peggiorare la qualità dell’aria (già riconosciuta pessima a livello internazionale) all’assenza del teleriscaldamento che l’impianto avrebbe dovuto garantire per i comuni limitrofi (Grugliasco, Beinasco). Ad oggi quindi le emissioni dell’inceneritore NON COMPENSANO le emissioni delle caldaie delle 17 mila famiglie che avrebbero dovuto essere servite ma si vanno SEMPLICEMENTE A SOMMARE. Sarebbe bene quindi, prima di portare dei paragoni automobilistici fuorvianti per sminuire-sviare i sopracitati sforamenti/incidenti, che ci si ricordasse di questa ANOMALIA in essere.

Appare quindi evidente, soprattutto in questo caso, quanto il rispetto della normativa attualmente vigente non sia affatto sufficiente a rassicurare, circa la tutela della loro salute, i cittadini per i quali l’assunzione di tali inquinanti, per via inalatoria e/o alimentare, risulta essere una causa certa dello sviluppo di diverse patologie anche tumorali. Ricordiamo inoltre che i limiti di legge sulle sostanze inquinanti emesse dall’impianto sono stabiliti in base a quanto la tecnologia può fare a costi accettabili e non hanno alcuna relazione con i valori soglia per la tutela della salute umana; che, in particolare, diossine, furani, IPA e metalli pesanti sono sostanze che si accumulano nell’ambiente e che i limiti emissivi hanno un senso solo se visti nella prospettiva di una progressiva riduzione delle emissioni, fino alla loro eliminazione, come ricordano la convenzione di Stoccolma del 2001 ed il Reg.CE 850/2004. Eliminazione che è l’unico modo possibile per assicurare la tutela della salute e che potrebbe essere perseguita con l’utilizzo di tecnologie/processi/politiche nella gestione dei rifiuti meno impattanti di quelle scelte.

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