Economia
Marchionne dopo aver gigionato con Fabbrica Italia ora fa lo stesso gioco in Canada
Sergio Marchionne tenta anche in Canada di ottenere centinaia di milioni in aiuti per investire nei due stabilimenti canadesi di Chrysler a Windsor e Brampton. Se non arrivano i soldi … si va all’estero: sulla falsariga di Fabbrica Italia.
Chiuso il capitolo fusione Fiat-Chrysler, per Sergio Marchionne l’attuale patata bollente riguarda il Canada, suo paese d’adozione ma soprattutto sede di due importanti stabilimenti della Chrysler (Windsor e Brampton, al quale si riferiscono le foto). In uno vengono fabbricate le monovolume, nell’altro le berline di grandi dimensioni. Entrambi necessitano di importanti investimenti: 1,75 miliardi di euro nel primo e 1 miliardo nel secondo. Ma ci sono incertezze circa il fatto che questi ultimi vengano effettuati.
La settimana scorsa Marchionne ha fatto presente che a fronte degli interventi da compiere, parecchi altri paesi sono disponibili a mettere sul piatto sostanziosi contributi o a fondo perduto a tasso agevolato. Per cui, ha sostenuto Marchionne rivolgendosi in pratica alle autorità canadesi, se in Canada non ci saranno gli aiuti adeguati per gli investimenti, è possibile che le fabbriche vengano spostate altrove, in altri Stati.
Tra i paesi potenziali sede delle due produzioni c’è il Brasile, dove recentemente per la fabbrica Fiat di Pernabuco il sistema bancario pubblico brasiliano è intervenuto con finanziamenti a tassi agevolati per oltre l’85% dell’investimento. Una condizione molto allettante
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