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Piemonte

Rimandata la decadenza di Giovine, la maggioranza non applica la legge Severino

Gabriele Farina

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11/06/2009 GiovinePer la seconda volta in tre giorni la maggiornaza in regione ha salvato Michele Giovine, non votnado per la sua decadenza. Giovine è stato condannato in via definitiva per le firme false alle elezioni del 2010 e questa sentenza ha poi portato il Tar a dichiarare nulle le stesse elezioni. La maggioranza di centrodestra in regione ha però ritenuto che per votare la decadenza di Giovine bisogna aspettare la risposta del Consiglio di Stato al ricorso presentato dalla giunta Cota. Dura al reazione dei consiglieri Pd Muliere e Pentenero: “E’ una decisione grave in punta di diritto e sul piano politico. E’ grave sul piano del diritto perché non esistono dubbi sul fatto che la sentenza è passata in giudicato e che quindi vadano applicate le disposizioni della legge Severino che impone la decadenza del condannato. E’ grave sul piano politico perché anche in questa occasione non si è avuta la sensibilità di compiere un atto di giustizia, al di là degli interessi di schieramento. Inopportuna anche la presenza nella Giunta per le elezioni della consigliera Franchino.E’ un’altra brutta pagina scritta da questa maggioranza di centrodestra, che rende ancora più urgente la necessità di tornare al voto”.

Non sono mancati i commenti poltici.

Per Monica Cerutti di Sel questo è “un ulteriore elemento che inficia ulteriormente la credibilità di questo Consiglio. Quello che oggi in Giunta avremmo dovuto fare era semplicemente una presa d’atto dell’applicazione della legge nazionale Severino. Un provvedimento che sarebbe stato del tutto indipendente da quello che valuterà il Consiglio di Stato. Anche questo è un segno della confusione che rende sempre più precaria la vita di questo Consiglio regionale.”

Franco Botta, capogruppo di Fdi, dichiara che si è interrogato “se sia urgente e indifferibile la decadenza di un consigliere regionale già sospeso, senza alcuna indennità anche in relazione al fatto che, come sostiene autorevolmente il Prof. Avv. Carlo Emanuele Gallo, la sentenza non è ancora passata  in giudicato. Infatti Michele Giovine ben potrebbe proporre la revocazione nel termine di 180 giorni dal deposito della sentenza ai sensi dell’articolo 625 bis codice procedura penale.”

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