Economia
Chiamparino sul futuro Fiat: è inutile cospargerci la testa di cenere
Sergio Chiamparino, futuro possibile candidato alla presidenza della Regione Piemonte, in un’intervista al giornale della famiglia Agnelli commenta in anticipo l’imminente annuncio che Fiat-Chrysler si quoterà a New York, trasferendo sede legale e fiscale in Olanda e Inghilterra.
Insomma, diventare un gruppo globale è poca cosa?
«No, no. Se rimanesse a Torino sarebbe meglio e non mi nascondo l’impatto simbolico che ha il cambio di sede. Ma è inutile cospargerci la testa di cenere. Concordo con Gros Pietro: dobbiamo guardare al fatto che c’è un gruppo che è il 7° al mondo, che ha prospettive significative sul piano globale dove ha moltissime carte da giocare.E da questo punto di vista la scelta del polo del lusso è persino più funzionale di quanto non lo fosse la produzione generalista di prima. Perché l’automotive è uno dei distretti più forti del Piemonte. Avere qui un polo del lusso non può che aiutare tutto il comparto. Per anni abbiamo detto che per competere sul piano manufatturiero globale bisognava riposizionarsi sul piano della qualità del prodotto. Ora che finalmente lo si fa si può forse dire che siamo un po’ in ritardo».Insomma un’operazione nel complesso positiva. Anche per il Fisco e in particolare per la Regione che incamera l’Irap?
«Mah, ci sono studi contrastanti, alcuni dei quali limitano il “danno”. Ma posso dire una cosa?». Dica… «Che questa vicenda dovrebbe indurci a fare una riflessione sul fatto che il nostro sistema fiscale non è certo un punto forte per attrarre investimenti. Dobbiamo cioè prendere atto che il nostro sistema finanziario primario è debolissimo. Si ha un bel dire, ma se uno prende i grandi gruppi italiani e analizza le ultime emissioni azionarie e obbligazionarie scopre che i due terzi e oltre sono avvenute su piazze straniere».Come cambia, di fronte a una Fiat globale, la nostra industria manifatturiera?
«Oggi quando si parla di produzione manifatturiera si parla di una serie di funzioni assai più complesse che si realizzano nel design, nella progettazione e anche nella produzione mediatica. Non dimentichiamo che uno dei punti di forza del manifatturiero italiano e quindi del polo del lusso è la capacità motoristica: dai motori Multijet a quelli montati dalle Ferrari. Tutto ciò può diventare un driver potente per il distretto automotoristico».
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