Ambiente
Trm programma un periodo di fermo a febbraio dell’inceneritore del Gerbido
Trm, la società che gestisce l’inceneritore del Gerbido, ha comunicato di aver programmato una settimana di fermo dell’impianto a febbraio per mettere in atto le modifiche tecniche che pare si siano richieste dopo la prima fase di esercizio provvisorio. Il comunicato di TRM:
Nella prima metà di febbraio, per circa una settimana, verrà effettuato un periodo di fermo programmato delle tre Linee del termovalorizzatore finalizzato a realizzare gli interventi tecnici che si sono resi necessari a seguito dei test effettuati nella prima fase dell’esercizio provvisorio dell’impianto. Durante questo periodo, il conferimento dei rifiuti proseguirà regolarmente – senza, quindi, arrecare alcun danno al sistema di gestione dei rifiuti – grazie alla capienza della fossa di stoccaggio che consente di accumulare oltre 20.000 tonnellate di materiale.
Questo intervento consentirà di passare all’ultima fase dell’esercizio provvisorio in cui l’impianto sarà sottoposto a prove di collaudo finali per il successivo passaggio di gestione dall’Appaltatore (CNIM) a TRM. In questi ultimi mesi verrà anche completato il piano di assunzioni e formazione di circa 30 risorse specializzate (capi turno, quadristi, …) che dovranno condurre l’impianto a partire dall’esercizio commerciale. Il numero complessivo delle risorse di TRM si attesterà, così, intorno alle 60 unità.
Tracciando un primo bilancio dell’andamento del termovalorizzatore nel 2013 (maggio – dicembre), è possibile evidenziare alcuni dati rilevanti. Dal punto di vista operativo, in circa 6.000 ore di attività (5.682) sono state bruciate circa 100mila tonnellate di rifiuti (95.515,99) e la produzione di energia elettrica ha raggiunto quasi 25mila MWh (24.114).
Dall’avvio del 19 aprile 2013 si sono verificate dieci fermate dell’impianto con superamento dei parametri emissivi misurati in continuo. Nella maggior parte dei casi, si è trattato di malfunzionamenti nel ciclo termico dell’impianto (trip di caldaia): eventi che si verificano quando gli strumenti a corredo della caldaia rilevano parametri di funzionamento anomali e – al fine di garantire la sicurezza – bloccano in modo automatico il termovalorizzatore. Ogni volta, l’intervento tempestivo degli operatori ha ridotto al minimo il periodo di superamento e ha consentito di ripristinare la piena funzionalità dell’impianto. I valori emissivi, in ogni caso, se paragonati ad attività quotidiane quali l’utilizzo dell’automobile, possono essere paragonati a poche decine di auto che percorrono l’intero sistema tangenziale di Torino. Ad esempio – le emissioni di Monossido di Carbonio (CO) del 23 dicembre 2013 possono essere paragonate a quello di circa 31 automobili che percorrono tutta la tangenziale di Torino.
In merito a questi superamenti, è tuttavia opportuno evidenziare che il loro numero non ha mai superato quello ammesso dalla normativa (60 ore per ogni Linea):
Un risultato che si può considerare assolutamente fisiologico per un impianto di termovalorizzazione in esercizio provvisorio.
TRM e l’Appaltatore CNIM sono ovviamente impegnati a far sì che – anche grazie ai risultati del fermo programmato di febbraio – questi eventi si riducano drasticamente entro la fine dell’esercizio provvisorio.
Sono poi stati ampiamente al di sotto dei limiti previsti dalla normativa i risultati dei prelievi periodici – condotti nel mese di ottobre – di diossine, furani, IPA e metalli delle Linee 1 e 2. Il livello di alcuni di questi parametri si è rivelato talmente esiguo che la strumentazione non è stata in grado di rilevarlo. I risultati sono pubblicati sul sito web di TRM e sono di seguito riassunti:
Dal momento che alcuni cittadini hanno manifestato preoccupazione alla visione di fumo in uscita dalla base dell’impianto, desideriamo precisare – ancora una volta – che quello che si vede è ilvapore acqueo in uscita dalle torri evaporative. In relazione, infine, alle segnalazioni relative agli odori sgradevoli in alcuni Comuni vicini all’impianto possiamo rassicurare che, sia per le valutazioni di TRM sia a seguito di sopralluoghi di ARPA, tali miasmi non derivano né dallo stoccaggio dei rifiuti nella fossa dell’impianto né dal processo di combustione. Pertanto, le cause di questo fenomeno particolarmente fastidioso per i cittadini devono essere ricercate altrove.
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