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Ambiente

In Piemonte i cacciatori potranno vendere la selvaggina

Gabriele Farina

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cinghialeSta per partire in Piemonte una sperimentazione che non ha mancato di suscitare polemiche e sicuramente continuerà a sollevarne. I cacciatori del Piemonte potranno infatti vendere la selvaggina cacciata. Naturalmente la vendita verrà gestita dall’AslTo3, con tutte le verifiche del caso e solo ad un macello precedentemente indicato e verificato. L’obiettivo è sempre quello di contenere la presenza di cinghiali e caprioli ma ha risvolti economici non banali. Intanto per la Regione che spera così di risparmiare qualche soldo sui rimborsi agli agricoltori che ogni anno lamentano danni causati dagli ungulati, poi naturalmente per i caccitaori, e questo è il punto controverso perchè non si vuole che la cosa diventi un business reale per i cacciatori. Gianluca Vignale, assessore ai parci e presidente della commissione parchi ha infatti un’ipotesi alternativa: “In Alto Adige e nel Nord Europa il 25% della carne servita nelle scuole è di selvaggina, potremmo usarla anche in Piemonte, ha molte proprietà nutritive. Senza contare le forniture per gli agriturismi”.

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