Ambiente
Inceneritore del Gerbido, le vostre domande a Trm
In seguito alla serie di articoli che abbiamo pubblicato a proposito dell’inceneritore del Gerbido a Torino, partiti da una serie di foto che ci sono state inviate dai cittadini della zona, siamo stati contattati dai responsabili di Trm, società proprietaria dell’impianto di termovalorizzazione. I responsabili si sono detti disponibili a rispondere alle domande che i nostri lettori avessero voluto sottoporre per mezzo di Quotidiano Piemontese e noi ovviamente vi abbiamo invitato a presentare i vostri dubbi , le perplessità, le curiosità. Qui di seguito riportiamo le domande che ci avete sottoposto e che abbiamo girato a Trm. Sono davvero tante quindi lasciamo qualche giorno a Trm per rispondere, appena riceveremo le loro risposte naturalmente le pubblicheremo.
Perché non siete tenuti ad un monitoraggio costante?
Quali sono i criteri dei vostri monitoraggi e ci sono organi terzi che contromonitorano?
Vengono fatti test sulla diossina nell’ambiente?
Che ricadute pensate abbia sulla qualità della vita delle persone, vivere in mezzo ai miasmi?
Che tutele hanno i cittadini, ora che il termovalorizzatore è gestito dai privati?
Che fine fanno le ceneri prodotte dall’inceneritore?
Perché non sono mai state valutate seriamente delle alternative?
Cosa dovrebbero pensare le persone di tutti gli “incidenti” avvenuti?
Dove abitate voi?
Il problema ambientale legato all’incenerimento dei rifiuti è ancora molto controverso a livello scientifico: è nota a tutti l’esistenza di studi che non mostrano correlazioni tra emissioni degli inceneritori e malattie della popolazione, così come esistono studi che affermano il contrario, nella fattispecie l’aumento di patologie gravi nelle fasce di popolazione maggiormente esposte. Al di là della diatriba scientifica, di cui non entro nel merito, da semplice cittadino Vi chiedo:
Come può una classe dirigente, alla luce del problema ambientale palesemente controverso, costruire un inceneritore direttamente a ridosso dei centri abitati, ignorando completamente quel principio di “diligenza del buon padre di famiglia” che dovrebbe essere alla base di ogni società di diritto?
Come può tale classe dirigente, alla luce dei numerosi guasti e dei numerosi sforamenti ai limiti di legge, occorsi ad un impianto – nuovo – che peraltro era stato più volte definito un “gioiello tecnologico”, continuare a sostenere la propria scelta incosciente ed irresponsabile assumendosi la responsabilità delle proprie azioni di fronti a milioni di cittadini?
Come può quella classe politica responsabile di aver avallato la costruzione dell’inceneritore, preferendolo ad altre soluzioni dal minor impatto ambientale, continuare a sperare di poter raccogliere, nel prossimo futuro, i voti di quelle persone che ogni mattina si alzano guardando quel camino maleodorante?
La scelta del sito dove costruire l’impianto non ha tenuto conto dell’impatto ambientale e degli effetti sulla salute. Non c’è stata trasparenza e né condivisione con la popolazione, ma una scelta imposta dalla politica. Basta rileggere i documenti e le delibere. Infatti il Gerbido non era il sito prescelto… Gli enti e gli amministratori avevano firmato un protocollo d’intesa per ricollocare la ex SADI Servizi Industriali, che invece è rimasta al suo posto e ha vinto la gara di appalto per lo smaltimento delle ceneri pericolose dell’inceneritore! TRM ha sostenuto che non esistevano fumi notturni. Ora sostiene che è solo vapore acqueo, anche quello che esce dal camino. Eppure si vantavano di un impianto che non emetteva fumi, perché intercettati e ripuliti (dal colore e non dalle sostanze tossiche visto che produce polveri microscopiche).
Allora questi cosa sono?
E se si tratta di vapore allora i filtri non funzionano?
Nell’Autorizzazione ambientale era previsto che TRM facesse delle analisi mensili a valenza conoscitiva degli inquinanti più pericolosi (diossine/furani)?? Sono state effettuate? Se no per quale motivi e chi ha avallato tale decisione?
Come mai le prime analisi dei microinquinanti (diossine/furani) e dei metalli pesanti sono state effettuate ad Ottobre e non con cadenza trimestrale come prescritto in AIA, per il primo anno di funzionamento. Chi ha avallato tale decisione?
Sono state effettuate le analisi sulle ceneri pesanti inizialmente classificate come rifiuti pericolosi? Che tipo di classificazione è stata data a questi rifiuti? A chi vengono inviati tali rifiuti per il loro trattamento/stoccaggio?
Sono stati effettuate analisi periodiche sui rifiuti in ingresso e che risultato hanno dato? Si sono riscontrati ulteriori conferimenti di materiale radiattivo?
Come mai, in diversi casi di guasto fin’ora accaduti, non avete avvertito le autorità competenti (ARPA e Provincia) nei tempi previsti? (situazione rilevata ufficialmente da ARPA e Provincia)
Come mai non sono stati formati adeguatamente gli operatori della sala di controllo sulla gestione dell’impianto in caso di guasto/incidente? (situazione rilevata ufficialmente da ARPA)
Quali provvedimenti sono stati intrapresi per limitare le decine di sforamenti mensili e le centinaia di sforamenti semi-orari degli inquinanti emessi fin’ora dall’inceneritore? (rilevati dalla lettura dei dati del sistema di monitoraggio)
Il mancato raggiungimento degli obiettivi di incenerimento rifiuti da parte dell’impianto avrà riflessi sulle tariffe di conferimento?
I residenti di Beinasco hanno chiesto la possibilità di un dibattito pubblico ed aperto, dove sia dato lo stesso tempo ai cittadini (da un lato) e a TRM/ARPA/amministratori (dall’altro).
Sarà possibile questo incontro?
Aggiornamento: ecco qui le risposte di Trm
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