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Cronaca

No Tav, confermati gli arresti per terrorismo. Il 22 febbraio giornata di mobilitazione e lotta

Redazione Quotidiano Piemontese

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no-tav-300x187In carcere dal 9 dicembre per aver lanciato pietre, petardi e bombe molotov contro le forze dell’ordine al cantiere Tav. Ieri il tribunale del Riesame ha confermato le condanne e la detenzione per Claudio Alberto, 23 anni di Ivrea, Niccolò Blasi, 24 anni di Torino, Mattia Zanotti, 29 anni di Milano e Chiara Zenobi, 41 anni di Torino.
L’accusa è attentato con finalità terroristiche e proprio sulla parola terrorismo si sofferma il comunicato emesso dal Movimento No Tav già l’8 gennaio.

IL COORDINAMENTO DEI COMITATI NO TAV
riunito a Villar Focchiardo mercoledì 8 gennaio 2014
ha valutato attentamente
la gravissima situazione giuridica venutasi a creare con gli ultimi arresti di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, per i quali è stato costruito un castello accusatorio studiato apposta per intimorire  tutte le sacrosante lotte che anche grazie al Movimento NO TAV stanno crescendo in tutto il Paese.

In breve, l’accusa mossa dai No Tav è quella di aver trovato un cavillo per far passare come “terrorismo” ciò che invece sarebbe, secondo la loro opinione, un reato comune.

Gli inquirenti, forzando il piano strettamente giuridico, hanno sostenuto una tesi squisitamente politica. Infatti, dopo aver fatto una breve storia degli atti legislativi e dei vertici internazionali che hanno portato all’installazione del cantiere di Chiomonte, i magistrati sostengono che si tratta di procedure democratiche. Quindi l’azione contro il cantiere – assieme allo stillicidio di pratiche di contrasto di cui il faldone giudiziario fornisce un ampio elenco – viene definita “terroristica” non tanto per le sue caratteristiche specifiche, ma in quanto si oppone alla democraticità di una decisione intergovernativa.

Per questi motivi, infine, il Movimento No Tav ha idnetto una “Giornata nazionale di mobilitazione e di lotta, in data 22 febbraio, in difesa, territorio per territorio, del diritto naturale e costituzionale di opporsi alle scelte governative.

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