Biella
Vendo un rene, non mi resta altro
Sa di essere disperato, ma ha l’orgoglio di voler uscire da questa situazione alla sua maniera, senza gravare sulle spalle altrui; d’altronde non c’è nessuno, a parte i figli, che lo stia aiutando. Roberto Garzena, 56 anni, di Cossato (BI) le ha provate tutte, tanti lavori nel corso degli anni, dal roccatore a soli 11 anni (“servivano soldi in casa e io non avevo tanta voglia di studiare”) all’aiuto cuoco, dal ristoratore in proprio al filatore, passando per la gestione di un circolo sportivo, fallito nel 2011. In parallelo i problemi di salute, suoi e della moglie, ora ricoverata a causa dell’Alzheimer.
Roberto non ce la fa più, non ha un lavoro, non ha i soldi per curare se stesso, la moglie, né per pagarsi l’affitto. Allora scrive una mail al quotidiano La Stampa in cui, con lucidità e fermezza, chiede di dare voce alla sua decisione: “vendo un rene al miglior offerente”.
So che non è un gesto normale, ma di normale non è rimasto quasi nulla nella mia vita che sta volgendo al capolinea. In queste feste di Natale ho visto gente comprare regali e addobbi, mentre a me tutto questo è negato. Mi basterebbe un modesto lavoro per ricominciare.
Ora, dopo che è terminato anche l’aiuto del Comune e dell’assistenza sociale, Roberto non ha più scelta
Non posso continuare a gravare sui miei figli. Vendo il rene e ricomincio. Non posso fare diversamente.
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