Cittadini
La storia paradossale di Elena Genero abbastanza alta per fare il Pompiere volontario, non abbastanza prestante per farlo per professione
Elena Genero è pompiere volontario di Torino che ha spento centinaia di incendi, ma a 37 anni, dopo 17 di servizio volontario è stata ritenuta troppo bassa per fare il pompiere di professione per quattro centimetri che la separano dal suo sogno di fare della sua passione un mestiere a tutti gli effetti. Nel bando di concorso per entrare a far parte del Corpo, la statura minima richiesta, per legge, sia per gli uomini che per le donne, è di un metro e sessantacinque. Elena è ferma un metro e sessantuno: ha fatto ricorso al Tar e al Consiglio di Stato, ma non ha avuto risposta positiva nonostante le argomentazioni secondo cui in altri corpi, come la Polizia di Stato, l’altezza minima fissata per le donne è inferiore rispetto agli uomini. Elena è anche brava e competente perchè ha la patente che la abilita a guidare il camion, un brevetto del soccorso alpino, uno in soccorso fluviale e uno da sommozzatore. Il Consiglio di Stato le ha risposto: “L’attività del Vigile del Fuoco è meritevole di una specialissima deroga al divieto di discriminare uomini e donne in relazione alla statura, perché si tratta di un lavoro che richiede per sua natura una certa prestanza fisica, ben più di quanto si richieda, ad esempio, agli agenti delle forze dell’ordine”.
Commenta Antonio Brizzi, segretario generale del sindacato dei vigili del fuoco Conapo, in seguito alla sentenza del consiglio di stato che ha ritenuto legittime le normative del Corpo laddove non differenziano i limiti minimi di altezza tra uomini e donne, a seguito del ricorso presentato dalla candidata esclusa: “Il caso di Elena Genero, la donna di 37 anni di Torino esclusa dalla assunzione nei ruoli effettivi dei vigili del fuoco perché troppo bassa, nonostante vesta da oltre quindici anni l’uniforme di vigile del fuoco volontario è emblematico, ed ha ancora una volta messo in evidenza le contraddizioni delle normative che prevedono diversi parametri minimi di altezza tra il personale volontario ed il personale di ruolo a fronte di mansioni in gran parte simili. Ed il paradosso sta nel fatto che è lo stato ad aver creato in questi precari, per anni, aspettative di assunzione che poi vengono stroncate di colpo”.
In una nota inviata al ministro Alfano ed ai vertici del dipartimento dei vigili del fuoco il sindacato Conapo ha chiesto “una riforma completa del servizio volontario dei vigili del fuoco che preveda mansioni di ausilio e non sostitutive del personale permanente dei vigili del fuoco, valutando l’integrazione del personale volontario nelle realtà di protezione civile regionale, ma comunque sotto il coordinamento operativo del personale di ruolo. Anche perché alla normativa bisogna comunque mettere mano visto che anche il Consiglio di stato ha riconosciuto la potenziale contraddizione di prevedere diversi requisiti di altezza minima, di 165 cm per il personale permanente e di 162 cm per il personale volontario, diversità che non pare giustificata da una sufficiente disuguaglianza di mansioni”.
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