Piemonte
La Procura di Torino valuta se indagare per falso il ministro Annamaria Cancellieri
Il ministro di Grazia e Giustizia Annamaria Cancellieri rischia di essere indagata per falso in merito al caso di Giulia Ligresti. Sarebbero i magistrati di Torino a poter iscrivere il ministro nel registro degli indagati per aver fornito false informazioni al pm Vittorio Nessi nell’interrogatorio del 22 agosto. Se il ministro sarà indagato la trasmissione degli atti a Roma è un atto obbligato. dato che la procura della capitale è competente per gli eventuali reati commessi dal ministro. L’evoluzione dei fatti raccontata del Fatto Quotidiano
La Procura di Torino sta pensando di riconvocare Anna Maria Cancellieri. I magistrati del pool guidato da Giancarlo Caselli non sono soddisfatti del comportamento del ministro nel primo incontro del 22 agosto scorso. Il verbale di sommarie informazioni di quella conversazione a due tra la Cancellieri e il procuratore aggiunto Vittorio Nessi, avvenuta nel palazzo semivuoto di via Arenula assediato dalla calura, fa acqua da tutte le parti. Il ministro non ha detto tutta la verità e il magistrato torinese non è stato in grado di contestare le mezze bugie perché non aveva tutte le carte in mano.
La scelta adottata allora dalla Procura di Torino è stata quella di ascoltare la versione del ministro senza aspettare prima i tabulati telefonici richiesti dalla Finanza per l’utenza di Antonino Ligresti, l’amico di famiglia della Cancellieri che si era mosso su richiesta della cognata GabriellaFragni. Il tabulato Vodafone del fratello di Salvatore Ligresti avrebbe potuto smentire le reticenze del ministro. Ma nessuno aveva pensato all’evenienza di un Guardasigilli che, dopo avere detto al telefono “non è giusto” e “conta su di me”, al momento degli arresti dei suoi amici, arriva a nascondere la verità ai pubblici ministeri.
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Il procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli telefona al ministro e le comunica che dovrà incontrare il suo procuratore aggiunto. Nessi arriva a Roma e alle 19 la Cancellieri mette a verbale: “Ho ricevuto una telefonata da Antonino Ligresti che mi ha rappresentato la preoccupazione per la salute della nipote Giulia Maria” e questa è la prima imprecisione perché, dopo una serie di contatti falliti da parte di Ligresti e dopo un sms, è lei a chiamare il vecchio amico medico. Poi Cancellieri ammette la telefonata di solidarietà del 17 luglio a Gabriella Fragni e aggiunge: “Dopo di allora non l’ho più sentita né ho sentito altri in relazione al caso Ligresti ad eccezione della telefonata con Antonino Ligresti di cui ho già riferito”.
Se non ha più sentito altri Ligresti, pensa il pm Nessi, vuol dire che non ci sono altre telefonate con Antonino.Sbagliato. Cancellieri aggiunge sibillina: “Ieri sera Antonino Ligresti mi ha inviato un sms chiedendomi se avessi novità e gli ho risposto che avevo effettuato la segnalazione nei termini che ho sopra spiegato, nulla di più”. Nessi interpreta la risposta del ministro nel senso che la risposta sia un sms. Non una lunga telefonata come poi si scoprirà. Le due mezze bugie del ministro saranno smentite dai tabulati. La prima dal tabulato dei giorni 17-19 agosto richiesto il 20 agosto e consegnato dalla Guardia di Finanza una settimana dopo l’audizione della Cancellieri. La seconda mezza balla della telefonata di sei minuti, invece, sarà scoperta da Nessi al deposito del secondo tabulato, chiesto il 30 agosto dal pm Gianoglio, per il periodo dal 17 luglio al 29 agosto. Ora la Procura si trova di fronte a un nuovo bivio, figlio della scelta fatta il 20 agosto al primo bivio. Indagare o sentire il ministro?
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