Cittadini
I tagli della sanità stanno facendo chiudere i centri di riabilitazione visiva: le famiglie degli ipovedenti sul piede di guerra
La riabilitazione visiva piemontese rischia di chiudere. Questo è il grido d’allarme che si leva dai cinque centri attualmente operanti sul territorio della nostra regione: Torino, Fossano, Ivrea, Alessandria e Vercelli .Dopo oltre dieci anni di attività il bilancio regionale, ha azzerato i fondi dedicati alla riabilitazione A ciò va aggiunto il probabile taglio previsto nella bozza di legge di stabilità nazionale. Un vero colpo basso che sta gettando nello sconforto migliaia di persone ipovedenti e non vedenti. Il presidente di Apri Onlus Marco Bongi è allibito: “Con un colpo di spugna, realizzato senza consultare nessuno, si vorrebbe condannare chi perde totalmente o parzialmente la vista a non avere strutture che possano garantire il recupero di una giusta autonomia nella vita quotidiana. Così facendo i nostri amministratori otterranno l’effetto contrario anche sul piano economico: a fronte di pochi risparmi nel settore sanitario, provocheranno un aumento esponenziale della spesa assistenziale”.
Ma che cosa è in concreto la riabilitazione visiva? Tutti sanno, ad esempio, che chi subisce un grave incidente stradale, un ictus o un infarto, dopo il ricovero ospedaliero che serve a superare la fase acuta del problema, deve essere necessariamente sottoposto ad un trattamento riabilitativo che serve a recuperare, il più possibile, le abilità perdute. La riabilitazione visiva ha proprio la funzione di favorire il recupero dell’autonomia quotidiana nel caso in cui una persona abbia perso gran parte o tutte le sue facoltà visive. Così i cicli riabilitativi hanno come scopo, per gli ipovedenti, l’acquisizione di tecniche od ausili che consentano il massimo utilizzo del residuo visivo e, per i non vedenti, l’apprendimento di analoghe strategie che possano affinare l’utilizzo dei sensi residui: soprattutto il tatto e l’udito. Nei Centri di riabilitazione visiva si svolgono pertanto corsi di alfabetizzazione Braille, di autonomia domestica, di mobilità attraverso l’uso del bastone bianco, di informatica mediante le sintesi vocali ecc. Non mancano mai inoltre servizi di supporto psicologico e la preziosa opera degli ortottisti assistenti di oftalmologia.
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