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Ambiente

Anche la Commissione europea dice stop all’uso dei sacchetti di plastica. Saranno gli Stati a decidere le modalità

Redazione Quotidiano Piemontese

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La Commissione europea ha adottato oggi una proposta di legge che obbliga gli buste-di-plasticaStati membri a ridurre l’uso delle borse di plastica in materiale leggero. Saranno gli Stati a decidere come farlo: facendole pagare, stabilendo obiettivi nazionali di riduzione, vietandole a determinate condizioni oppure in altri modi che riterranno più adatti. La proposta è stata modulata sull’esempio di vari Stati membri. In questo senso l’Italia ha fatto da apripista scegliendo già nel 2010 la messa al bando dei sacchetti di plastica monouso a favore di buste di materiale biodegradabile e compostabile. Prima ancora nella normativa nazionale, alcune città italiane avevano avviato iniziative locali per contenere l’uso dei sacchetti di plastica: tra queste città c’era anche Torino che nel Regolamento di Polizia Urbana aveva introdotto il “Divieto di distribuzione di sacchetti non biodegradabili per l’asporto delle merci”.

La strada intrapresa dall’Italia aveva però sollevato diverse obiezioni sull’ipotetica violazione della direttiva europea sugli imballaggi. “Tecnicamente – fa sapere la Commissione europea – la proposta modifica la direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, introducendo due elementi: da un lato, obbligando gli Stati membri ad adottare misure che riducano il consumo di borse di plastica di spessore inferiore a 50 micron, meno riutilizzate rispetto a quelle di spessore superiore e quindi più a rischio “usa e getta”; dall’altro, lasciando agli Stati la scelta del tipo di misure, che possono consistere in strumenti economici, come imposte e prelievi, obiettivi nazionali di riduzione e restrizioni alla commercializzazione (nel rispetto però delle norme in materia di mercato interno contenute nel trattato sul funzionamento dell’UE). Gli ottimi risultati ottenuti da alcuni Stati dell’UE che hanno drasticamente ridotto l’uso di questo tipo di sacchetti optando per la tassazione e altre misure, dimostrano che questa è di fatto una via percorribile”.

“Ci siamo mossi – ha affermato Janez Poto?nik, Commissario per l’Ambiente – per risolvere un gravissimo problema ambientale che è sotto gli occhi di tutti. Ogni anno in Europa sono più di 8 miliardi le borse di plastica che si trasformano in immondizia, con pesanti danni per l’ambiente. Alcuni Stati membri sono già riusciti a limitare di molto il loro uso e se altri facessero altrettanto il consumo in tutta l’Unione europea potrebbe addirittura ridursi dell’80%”.

Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente commenta positivamente la proposta di direttiva europea per ridurre l’uso degli shopper: “Ottima l’iniziativa del commissario per l’ambiente UE Potocnik per combattere l’inquinamento provocato dalle buste di plastica. Quello che serve per ridurre gli shopper di plastica è un cambiamento di rotta radicale e la proposta di direttiva europea, presentata oggi, va proprio in questa direzione sancendo che il principio della tutela ambientale può derogare a quello della libera circolazione delle merci. Ben venga allora l’introduzione  di misure che prevedono la possibilità di tassare, introdurre target nazionali di riduzione o di vietare l’uso delle buste di plastica prendendo esempio dai Paesi virtuosi che fanno scuola su questo fronte e che hanno già adottato da diverso tempo queste misure. L’Italia è una di queste e la sua esperienza non è più considerata un’esperienza da condannare con una procedura di infrazione ma un esempio virtuoso e ripetibile in tutti gli altri stati membri”.

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