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31 ottobre 2002, moriva Raf Vallone

Redazione Quotidiano Piemontese

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Raf-valloneUndici anni fa moriva a Roma Raf Vallone, poliedrico personaggio che coltivò i suoi talenti (ed erano molti) e, caso più unico che raro, ebbe successo in tutti quanti.
Nato a Tropea, ma trasferitosi a Torino da bambino frequentò l’università con professori come Luigi Einaudi e Leone Ginzburg. Dopo la trafila delle giovanili, Vallone esordì in Serie A con la maglia del Torino che indosserà per un totale di cinque stagioni vincendo anche una Coppa Italia. Dopo un anno al Novara torna al Toro, ma nel ’41 abbandona il calcio e intraprende la professione giornalistica; famosi i suoi pezzi sulle pagine dell’Unità nei quali critica la filosofia stalinista e le sue recensioni cinematografiche sulle pagine de La Stampa. Proprio la settima arte lo porterà alla fama, prima al cinema, con il film Noi vivi del 1942, poi in teatro con lo spettacolo Woyzeck.

Il suo volto, definito dal regista e collega giornalista Curzio Malaparte “l’unico volto marxista del cinema italiano”, è però indissolubilmente legato a capolavori come Riso Amaro, Non c’è pace tra gli ulivi e Il cammino della speranza, a cui Vallone abbina sceneggiati tv in gran quantità.

Da ricordare anche la sua esperienza da partigiano e, per quanto riguarda il lato personale, il matrimonio cinquantennale con l’attrice Elena Varzì e la chiacchieratissima relazione con l’icona Brigitte Bardot, avuta sul fuinire degli anni ’50.

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