Cronaca
Il Motovelodromo e la ristrutturazione fantasma
Più si scava, più emergono incongruenze e dati nebulosi. Stiamo parlando del Motovelodromo e delle polemiche seguite alla sua chiusura , disposta a fine della settimana scorsa per motivi di sicurezza. In esame sono stati presi proprio quei lavori di ristrutturazione che, tra le carte comunali, ora risultano da un lato effettuati e dall’altro mai iniziati. Come è possibile? Nel marzo 2011 Giancarlo Revelchione, dirigente del settore Edilizia Sportiva si diceva sicuro che Mauro Tricerri, presidente del Comitato di gestione del Motovelodromo, avesse completato i lavori richiesti e che dunque queste miglorie risultassero sufficienti per l’utilizzo della struttura. La testimonianza di Revelchione, depositata alla Guardia di Finanza durante un’udienza collaterale su Tricerri per diffamazione, era suffragata dalla sua firma in Comune sulla relazione tecnica illustrativa degli interventi da eseguire, compresi quelli al sistema antincendio, ora causa determinante per la chiusura dell’impianto. Un progetto datato 1997, certificato come avviato e costato circa 8 miliardi e 400 milioni di lire.
Nel momento in cui la gestione del Motovelodromo è divenuta di competenza della Direzione Patrimonio di Torino, però, le verifiche effettuate negli ultimi 11 mesi hanno portato alla revoca della concessione per Tricerri proprio a causa del “grave inadempimento degli obblighi di esecuzione dei lavori di ristrutturazione”. Infatti, la documentazione richiesta dai tecnici del Comune e presentata dall’ormai ex gestore sarebbe una copia esatta dell’elenco di interventi indicati a fine anni ’90, senza ulteriori modifiche o dettagli sullo stato di avanzamento dei lavori, senza nessuna pezza giustificativa allegata per il pagamento degli stessi e, cosa ancor più inquietante, con gli importi ancora indicati in lire.
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